Foto di Emma Blowers da Pixabay -
Lentamente fioriva, lentamente maturava in Siddharta il riconoscimento, la consapevolezza di ciò che realmente sia saggezza, qual fosse la meta del suo lungo cercare.
Non era nient’altro che una disposizione dell’anima, una capacità, un’arte segreta di pensare in qualunque istante, nel bel mezzo della vita, il pensiero dell’unità, sentire l’unità e per così dire respirarla.
Hermann Hesse, Siddartha
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 8,5-17)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori, nelle tenebre, dove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va’, avvenga per te come hai creduto». In quell’istante il suo servo fu guarito. Entrato nella casa di Pietro, Gesù vide la suocera di lui che era a letto con la febbre. Le toccò la mano e la febbre la lasciò; poi ella si alzò e lo serviva. Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la parola e guarì tutti i malati, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “Egli ha preso le nostre infermità e si è caricato delle malattie”.
Mi lascio ispirare
Come davanti a ogni guarigione, il nostro ruolo è quello di non lasciarci distrarre dall’evento miracoloso in sé, ma cercare di capire quali sono gli effetti del miracolo sulle persone. Di solito è il miracolo che crea il cambiamento, ma in questo caso è un atteggiamento del centurione che pone le basi per rendere il miracolo particolare. Il centurione dice una cosa molto semplice: i miei soldati mi obbediscono quando comando, quindi sono fiducioso che a un tuo comando la salute del mio servo ritornerà.
La forza del discorso di quest’uomo è che prende un elemento della sua vita e lo mette in dialogo con la sua fede in Gesù. Non è raro invece per noi separare vita e fede creando due mondi separati, ognuno con le sue regole e senza interferenze fra di loro. Negli ambienti religiosi che frequentiamo possiamo parlare con facilità di salvezza, di perdono, di provvidenza, ma una volta usciti assumiamo altre regole, un altro stile di vita, un altro modo di rapportarmi con le persone.
Difficilmente la nostra vita sembra aiutarci capire la nostra fede – e ancora più difficilmente la nostra fede ci aiuta a impostare le priorità delle nostre scelte e un modo di giocarci la vita. Chiediamo al Signore di far dialogare fede e vita in modo che possano arricchirsi a vicenda, e che il muro che le divide possa piano piano venire giù.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando ho guardato al miracolo, perdendo il legame col mio quotidiano?
In quale luogo della mia vita posso oggi cominciare ad abbattere il muro tra fede e vita?
Quale aspetto della mia relazione col Signore posso ritrovare nella mia vita quotidiana?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Giugno
2020
Giocarsi la vita in Lui
commento di Mt 8,5-17, a cura di Leonardo Vezzani SJ