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I miei problemi il Signore non me li risolve, li devo risolvere io; però mi dà il senso, l'orientamento. Dà senso al mio tormento, alle mie lacrime, al mio pianto, ma anche alla mia gioia, al mio andare avanti, al mio dare aiuto. Dà senso.
don Tonino Bello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,1-12)
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti, perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi».
Mi lascio ispirare
Può capitare di leggere le beatitudini come la pennellata di un grande pittore del passato, che con tocco sapiente, antico e carico di fede raffigura una realtà illusoria, finta, seppure riflesso di veri sentimenti.
E invece no, le beatitudini non sono un’utopia, non sono qualcosa che spetta solo ai santi lontano da noi. Davvero è possibile, ci dice Gesù, essere pienamente felici per chiunque si lascia accarezzare da questa buona notizia.
La speranza è già in noi, anche nei momenti in cui ci sembra eccessivamente offuscata dai nostri rallentamenti, dalle nostre debolezze, dalle nostre povertà, dai nostri pianti, ma anche dalle fatiche, dalle avidità e dalle ingiustizie di cui non siamo noi la causa.
C’è una fonte a cui abbeverarsi! C’è davvero motivo di rallegrarsi ed esultare e il tempo per farlo è oggi. Non ieri. Non domani. Beati, cioè felici: è una certezza che viene da Dio non solo per il futuro, né risiede in un passato nostalgico, ma è una garanzia consolatrice presente, perché la felicità non è rassegnarsi, ma accogliere l’amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che luogo della mia vita riesco a cogliere la speranza che è già in me?
Quale beatitudine mi interroga maggiormente, lasciandomi, forse, perplesso?
Come vivere questa chiamata alla felicità nella mia quotidianità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Giugno
2020
Felice oggi!
commento di Mt 5,1-12, a cura di Marco Ruggiero