Ph. Martina Pampagnin -
Ogni frutto
stringe il seme come giurando.
Cadendo giura e in forma di radice risponde
alla terra che chiama. Alla terra che canta
la promessa infinita. C’è solo vita
niente altro. Solo vita.
Mariangela Gualtieri, Ogni frutto
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 20,19-23)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».
Mi lascio ispirare
È la Pentecoste! Secondo Giovanni, la sera stessa di Pasqua. Non si tratta tanto di un dato cronologico, è il “tempo opportuno”, il momento in cui giunge a maturità un lungo percorso: si compie la storia della salvezza.
Pentecoste è la festa dei frutti, secondo la tradizione ebraica. Anche Gesù raccoglie il frutto della Pasqua presso questo gruppo di apostoli impauriti. Nuovo paradosso del Dio con noi: il tempo del raccolto per Lui corrisponde al tempo della paura per loro!
Eppure, da questo gruppetto di “sfigati”, nasce la Chiesa, a questi pavidi è affidata la sua pace e il suo potere…
Ecco la buona notizia per noi: possiamo anche considerarci inetti, residui, scartati dal mondo, incompresi da chi è vincente, se accogliamo la pace del Risorto troviamo la nostra collocazione, si aprono possibilità infinite di riconciliazione. Il mandato che lo Spirito del Risorto affida ai discepoli – perdonare, non perdonare – non è l’arbitrio del potere di decidere chi “lasciar passare e chi no”, non diventano i “buttafuori del paradiso”. Ed è un mandato/preghiera, un’implorazione che il Signore rivolge ai suoi: non perdete l’occasione per perdonare, per attivare cammini costruttivi di riconciliazione e di vera pace, datevi sempre da fare per riunire, edificare, avvicinare, perché se non lo fate voi, nessuno lo può fare!
In ogni situazione, lo Spirito spinge i discepoli a creare, cercare la via della pace e della riconciliazione, perché questa è la via seguita da Dio fin dall’inizio della storia della Salvezza, nei confronti di tutti gli essere umani!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale mia inettitudine, quale limite affido oggi al Signore?
Per cosa sto aspettando il “tempo opportuno?
In che modo mi sento chiamato a essere discepolo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
31
Maggio
2020
Non perdete l’occasione
commento di Gv 20,19-23, a cura di Stefano Titta SJ