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Tutto quello che devi fare è scrivere una frase vera. Scrivi la frase più vera che conosci.
Ernest Hemingway
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,20-25)
In quel tempo, Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?». Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Mi lascio ispirare
La fine della vicenda terrena di Gesù – così si conclude il Vangelo di Giovanni – svela un nuovo cammino da intraprendere sorretti dalla forza della fede. Fino ad ora abbiamo potuto constatare che Dio non si stanca di affidare l’edificazione del suo regno all’umanità, benché per le creature abbandonare le sicurezze del passato non sia sfida facile. Dopo il «seguimi» pronunciato da Gesù, Pietro si volta, quasi a dire che Giovanni è un “di più”. «Che ne sarà di lui?» suona un po’ come un invito a liberarsi di una zavorra: Pietro sta ancora imparando ad amare, vive la sua elezione secondo una logica individualista ed elitaria.
Ma ecco, in contrasto, Giovanni, figura semplice e spontanea. Lo vediamo seguire in silenzio il Maestro risorto senza domandarsi se è giusto o sbagliato o quale sia il suo ruolo specifico in quel contesto. Una figura umile e mite che si sente libera di avere un contatto diretto con Gesù, come quando poggia il capo sul suo petto nell’ultima cena, capace persino di rinunciare ai suoi privilegi, come quando corre più veloce al sepolcro ma decide di non entrare per primo.
La risposta di Gesù a Pietro ci ricorda che il Figlio di Dio viene per tutti, senza operare distinzioni. Non spetta a noi decidere chi ne sia degno e chi no, come non spetta a noi giudicare il prossimo mettendogli il vestitino che più ci fa comodo. Gesù da risorto compie ancora tantissime cose che non sono state scritte… sembra una provocazione, forse perché è nostro compito scriverle. Scoprire la bellezza infinita del messaggio d’amore contenuto nel Vangelo ci consente di arricchire il libro della vita con la testimonianza da noi resa al mondo di oggi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A che punto sono della mia vita di fede? In quali momenti mi sembra di camminare sulla strada indicata da Gesù?
Che valore ha il passato nella mia vita?
Quali sono le persone che Dio mi dona per accompagnarmi in questo percorso?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Maggio
2020
Una storia tutta da scrivere
commento di Gv 21,20-25, a cura di Fabrizio Barbieri