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Portare a compimento o no questa potenzialità che c’è in ogni cosa dipende dalle relazioni che instauriamo: se c’è uno sguardo capace di intercettare quella bellezza e, guardandola, di farla fiorire.
Alessandro D’Avenia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 21,15-19)
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Mi lascio ispirare
Alle prime luci dell’alba un Signore riconoscibile per l’abbondanza che porta con il suo arrivo chiede: “Mi ami? Pasci i miei agnelli.” Il risorto rivela che amare Dio si concretizza nel pascere le sue pecore e i suoi agnelli. Pascerli, cioè ricondurli al pascolo: non nutrirli, ma accompagnarli a nutrirsi.
Il risorto affida ai pescatori che stringono le reti, che le tirano verso di sé, che riconducono tutto a sé stessi, la missione di ricondurre a Dio: non di stringere e di trattenere, ma di accompagnare, di accarezzare.
Gesù fissa una missione per la sua chiesa: favorire la vita che Dio ha già riposto nella creazione. Fa della sua chiesa una madre che custodisce segretamente la bellezza dei suoi figli quando ancora non si è compiuta.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come contemplo la vita negli altri?
Come la favorisco, come la accompagno segretamente nella sua crescita?
Quali sentimenti si muovono in me?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Maggio
2020
Favorire la vita
commento di Gv 21,15-19, a cura di Elena Benini