-
Uniamoci, amiamoci,
l’unione e l’amore rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Goffredo Mameli
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 17,11-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».
Mi lascio ispirare
Gesù sta per consegnarsi nelle mani di chi lo ucciderà, e affida i suoi discepoli al Padre attraverso una lunga preghiera che è allo stesso tempo una specie di manifesto della vita del credente.
Al cuore dell’invito di oggi che la chiamata a essere nel mondo senza essere del mondo. Non è una cosa semplice da capire, figuriamoci da vivere. Quello che sembra chiedere Gesù ci parla tantissimo in un momento storico come questo in cui come cristiani stiamo faticando a riconquistare credibilità.
La rivelazione delle tante povertà umane, i cambiamenti culturali che non riconoscono più nella spiritualità cristiana un interlocutore credibile e la fatica della Chiesa a parlare ad un mondo in continuo cambiamento, le conflittualità interne alla comunità cristiana e mille altre cause di scandalo ci fanno sentire giudicati dalla società e fanno venire la tentazione di rinchiuderci all’interno dei nostri gruppetti comodi nei quali ripararsi da un mondo che sentiamo sempre più inospitale.
Eppure Gesù non prega perché ci tolgano dal mondo, ma per liberarci dal Nemico. Questo mondo quindi è il luogo in cui abitiamo, nonostante sia appesantito dalle dinamiche del male. E allora per non farci ferire ci nascondiamo nelle chiese, nei saloni parrocchiali, nei gruppi di preghiera, nelle tante e bellissime esperienze di spiritualità a cui non permettiamo che portino frutto.
Questo mondo è il luogo in cui abitiamo, non ce n’è un altro. Ed è qui che possiamo vivere la pace, la gioia che il Signore può darci. Ma soprattutto, il Signore è qui che è già al lavoro! Ma finché saremo in fuga dal mondo non avremo occhi per vedere il Signore che è già qua.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa hai rischiato di non vedere per paura?
Quando il timore ha soffocato la possibilità di un nuovo frutto?
In che modo mi sento chiamato, oggi, a essere nel mondo senza essere nel mondo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Maggio
2020
Una cosa sola, come noi
commento di Gv 17,11-19, a cura di Leonardo Vezzani SJ