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Guarda i girasoli: s’inchinano al sole, ma se vedi uno che è inchinato un po’ troppo significa che è morto. Tu stai servendo, però non sei un servo. Servire è l’arte suprema. Dio è il primo servitore; Lui serve gli uomini, ma non è servo degli uomini.
La vita è bella, Roberto Benigni
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 15,12-17)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Mi lascio ispirare
Ma si può comandare di amare? Ciò che sembra essere più profondamente radicato come scelta personale, di libertà, Gesù sembra imporlo. In realtà, questo comandamento si comprende all’interno della dinamica tralci-vite, che Gesù ha da poco illustrato. Non puoi non amare, se dimori in lui che è l’Amore. E allora il comandamento è semplicemente il modo di vivere la vita in Cristo.
Perché quella vita vera innestata in lui ci fa amici, non più servi; ci fa conoscitori del progetto del Padre, di un amore che giunge a dare la vita per chi si ama. Quella vita vera radicata nell’amore prende origine dal fatto che quei discepoli che stanno ascoltando queste parole di Gesù sono stati da lui scelti: sono soggetti passivi di un atto di amore e di assoluta libertà da parte di Dio, che li rende capaci di andare e portare frutto.
Non è un caso che all’inizio e alla fine venga ripetuto l’invito – meglio, il comando – ad amarsi gli uni gli altri. Quello è il segno che si sta dimorando in Cristo. Tutto il resto è una conseguenza. Questo – ovviamente – dà anche la misura della riconoscibilità della comunità cristiana, se è veramente anche oggi radicata in Cristo… prima dei grandi documenti, proclami, progetti, a monte sta sempre la domanda sull’amore: esso diventa la condizione necessaria della comunità dei discepoli di Cristo perché possa portare veramente frutto.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della tua vita senti il germoglio della vita vera?
In che modo oggi ti senti chiamato a vivere la vita di Cristo?
In quale occasione hai sentito che l’amore dava senso al tuo servizio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
15
Maggio
2020
Comandare di amare
commento di Gv 15,12-17, a cura di Lino Dan SJ