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«Il mio cuore ha paura di soffrire», disse il ragazzo all'alchimista. [...]
«Digli che la paura di soffrire è assai peggiore della stessa sofferenza. E che nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni, perché ogni momento di ricerca è un momento di incontro con Dio e con l'Eternità.»
Paulo Coelho
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 14,1-6)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».
Mi lascio ispirare
Gesù, sembra facile per te dirci: «Non sia turbato il vostro cuore». Come si fa? Non è possibile! Ancora una volta, sembra che tu ci chieda cose di cui non siamo capaci.
Valutare le nostre abilità, verificare gli obiettivi, studiare i percorsi, avere paura di sbagliare, ricominciare da capo. Questa è la strada che il mondo ci insegna per avere successo nella vita, ovvero guardare la realtà che ci circonda e fare di tutto per appigliarci a quelle boe che in qualche modo ci danno sicurezza.
Ma con pazienza tu ci insegni a sganciarci dalle nostre certezze, ci inviti a lasciar stare le meticolose valutazioni dalle vacillanti garanzie, e con dolcezza ci accogli, ci dici che ci prepari un posto.
Intuisco, così, che la fede non è un atto eroico, uno sforzo sovrumano di far coincidere ragione e verità; scopro che non serve avere successo nella vita; non c’è da capire o conoscere a fondo cose. C’è da rischiare, c’è da sperare, c’è da sognare, c’è da amare. C’è da lasciare quella traballante boa, che non ci permette di navigare liberi perché bloccati dalla falsità delle nostre paure, e prendere il largo.
E tu, Gesù, ci dici che il primo atto di carità è lasciarci amare da te; riconoscerti come via, verità e vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando il mio cuore era turbato e mi sembrava impossibile uscire dalla sofferenza?
Quali sono le mie “false boe”, le paure che mi bloccano?
Quali sono le mie speranze, ciò che può aiutarmi a prendere il largo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Maggio
2020
Oltre la boa
commento di Gv 14,1-6, a cura di Marco Ruggiero