Ph. Verena M. -
Cercate di conservare sempre un lembo di cielo sopra la vostra vita.
Marcel Proust
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3,31-36)
Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza. Chi ne accetta la testimonianza, conferma che Dio è veritiero. Colui infatti che Dio ha mandato dice le parole di Dio: senza misura egli dà lo Spirito. Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa. Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio rimane su di lui.
Mi lascio ispirare
Sembra che la Resurrezione sia ancora fatto difficile da spiegarsi; fecero fatica i discepoli, facciamo fatica noi. Forse la resurrezione ci destabilizza perché, come la morte in croce, va a colpire direttamente la nostra idea di Dio. Ci urta fortemente credere che i nostri fallimenti non sono l’ultima parola sulla nostra vita: in un certo senso sono una via per mettere noi stessi al centro della nostra attenzione, un modo per rimanere con la testa china sul nostro ombelico.
Giovanni oggi si rivolge ai suoi discepoli che cominciano a credere di aver “sbagliato bersaglio”. Anche a loro urtava perdere successo, anche loro facevano fatica a mettere da parte la logica per cui se Gesù guadagnava le folle, Giovanni le perdeva. È la stessa incredulità degli apostoli, chiusi nel cenacolo, davanti al Risorto.
Ma l’annuncio di oggi ci offre una nuova prospettiva: Giovanni ci invita a guardare chi viene dal cielo, ad alzare la testa dalle nostre piccole grandi paure; ci dice che, per comprendere i gesti di Gesù, la croce, la resurrezione, bisogna sapere che Dio dà lo spirito «senza misura».
È questo amare senza misura l’unico modo di amare autenticamente e di accogliere la testimonianza di colui che «Dio ha mandato». Solo in questa logica si riesce a comprendere che l’annuncio di Gesù non compete con quello Giovanni: entrambi, piuttosto, risuonano l’uno dell’altro, l’uno nell’altro.
Che bello che sia Giovanni a dircelo, uno di noi, uno che «appartiene alla terra», uno con le nostre stesse paure, che tuttavia non impediscono di «preparare la strada», di vivere gratuitamente, di gustare il Regno qui e ora.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa trattiene il tuo sguardo a terra?
Quale parola, quale persona ti ricorda di guardare al cielo?
Chi ti senti chiamato ad aiutare, perché possa anche lui alzare lo sguardo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Aprile
2020
Guarda in alto!
commento di Gv 3,31-36, a cura di Matteo Palma