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Non si entra nel Regno né per via di conquista, né in forza del genio, anche se religioso. Ci si entra come si entra nella vita: attraverso la grazia dell’amore infinito, come un neonato in Gesù Cristo.
Donatien Mollat
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 3, 1-8)
Vi era tra i farisei un uomo di nome Nicodèmo, uno dei capi dei Giudei. Costui andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui». Gli rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio». Gli disse Nicodèmo: «Come può nascere un uomo quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?». Rispose Gesù: «In verità, in verità io ti dico, se uno non nasce da acqua e Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo Spirito è spirito. Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Mi lascio ispirare
Nicodemo è un maestro in Israele, esempio dell’uomo che crede in maniera imperfetta e si mette in gioco e si interroga. Che, oltre tutto, agisce di notte. Anzi, diremmo che proprio per questo agisce di notte. È una fede che si barcamena nel buio, che tenta di uscire alla luce del giorno. Ha appunto bisogno di Gesù, vera luce e non ha paura di avvicinarvisi. Ma per fare questo è invitato da Gesù ad abbandonare le vecchie categorie che lo attanagliavano e gli impedivano di vedere, e quindi di fare un’autentica esperienza che coinvolga tutta la sua persona. Nicodemo inizia così un cammino di fede che lo porterà fin sotto la croce.
C’è una morte necessaria a ogni rinascita; c’è una morte necessaria per iniziare una nuova vita. È necessario far morire, lasciar andare, abbandonare, le cose che ci hanno accompagnato fino a questo punto del nostro cammino e che crediamo verità inoppugnabili e conquiste fatte una volta per sempre.
Lo Spirito è invece eterna novità. E la novità che Gesù offre a Nicodemo è una rinascita che è nuova perché viene dall’alto; non dai suoi sforzi, dalla sua conoscenza e neanche dalle sue tradizioni e dal suo passato, ma grazie soltanto all’azione di Dio che invia suo Figlio: guardando in alto a Lui in croce si può concludere lo stesso percorso di Nicodemo che dalla notte conduce alla luce di una vita rinnovata e senza paura. È una nuova nascita perché accolta accogliendo lo Spirito che è vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito chiamato in causa dalla novità del Vangelo?
In quale occasione la paura mi ha impedito di accogliere la novità?
Cosa in me è nuovo, oggi? Cosa vecchio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Aprile
2020
Dall’alto della Croce
commento di Gv 3, 1-8, a cura di Michele Papaluca SJ