Marko Ivan Rupnik -
Una volta che si comincia a camminare con Dio, si continua semplicemente a camminare e la vita diventa un’unica, lunga passeggiata.
Etty Hillesum
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 4,43-54)
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Mi lascio ispirare
Giovanni ci tiene a precisare che Gesù torna a Cana di Galilea, nella città dove aveva già compiuto un segno. A ben vedere, lì aveva compiuto il suo primo segno, durante la festa di nozze. I segni spesso hanno elementi in comune che, insieme, più che di guarigioni, ci parlano della fede.
Il primo elemento: l’agitazione, il movimento. Il movimento, la corsa affannata, convulsa del funzionario, che teme la morte del figlio. Ma anche il movimento di Gesù che torna, giunge, va, a cui viene chiesto di scendere.
Il secondo elemento: la parola. Gesù che risponde “tuo figlio vive”, mentre l’uomo crede alla Parola e si mette in cammino.
Il terzo elemento: la trasformazione, o meglio, la “trasfigurazione”. Lì dove l’acqua si fa vino – e nessuno sa quando, né come, lo si scopre solo gustando – il funzionario diventa prima uomo, quando crede alla Parola, e poi padre, quando spezza la sua storia con quella della sua comunità, che gli testimonia il passaggio del figlio dalla morte alla vita. Anche questo segno avviene a distanza, lontano dagli occhi del padre. C’è bisogno di una comunità che si rallegri con lui e gli corra incontro per annunciargli la vita.
In questi giorni di stasi e di isolamento, oggi ci vengono annunciati nuovi sentieri e incontri. Ci viene proposto il cammino della fede che si mostra come movimento di due persone, io e il Padre; parola chiesta, la mia, e parola data, la sua.
Il cammino della fede non richiede distanze fisiche, ma attese fiduciose, sfugge alle restrizioni fisiche, non teme i contagi. Frutto della fede, tappe di questo cammino saranno il passaggio, la trasformazione, dall’essere funzionario, cioè dal ricoprire un ruolo (che può svolgere chiunque!), al diventare donne e uomini, dai volti unici, inimitabili e dai tratti divini, fino ad essere madre/padre, cioè testimoni e custodi di questa Vita unica e sempre vissuta con lo sguardo del Padre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali movimenti vorresti intraprendere in questi giorni? Verso chi vorresti andare incontro?
Quale parola vorresti ti fosse donata oggi?
Di quale vita ti senti oggi custode?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
23
Marzo
2020
Continuare a camminare con Dio
commento di Gv 4,43-54, a cura di Matteo Palma