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C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando resti da solo, non rimane più niente
Luigi Pirandello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Oggi Gesù sembra parlare male dei farisei e degli scribi, ma è evidente che sta parlando al fariseo che c’è in me. Sembra dire: guai a te quando la tua vita si esprime attraverso inutili dichiarazioni e continui proclami, ma il tuo agire non corrisponde al tuo dire. Custodisci la parola e discerni ciò che fai!
Guai a te quando nascondi la tua vita dietro a gesti, posture e maschere che indossi opportunamente, in base agli spettatori. Desideri che lo sguardo degli altri si posi su di te, su ciò che vuoi sia apprezzato o elogiato: non ti accorgi che in realtà stai sfuggendo allo sguardo del Padre?
Guai a te quando imposti la tua vita sulla scelta delle amicizie che ti convengono: non potrai apprezzare le relazioni nella loro gratuità, al di fuori di ruoli e riconoscimenti!
Beato te, invece, quando riconosci che uno solo è il Maestro interiore, lo Spirito, e che gli altri ti sono tutti fratelli: essi non si scelgono come le amicizie, bisogna solo riconoscerli come tali!
Beato te, quando riconosci che uno solo è il Padre ed è nei cieli: quando avrai occhi per vedere che dal cielo abbraccia la terra e tutti gli uomini, compreso te, possa tu sentirti un suo familiare, ospite atteso in casa sua!
E infine beato te, quando sperimenterai che uno solo è la Guida, il Figlio! Egli, indicandoti con la sua vita la via del servizio, ti permetterà di dimorare in quella casa per sempre.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione ti sei ritrovato a impostare la tua vita su proclami, maschere o amicizie convenienti?
In quale ambito della tua vita senti di voler sfuggire allo sguardo del Padre?
In quali occasioni il Maestro interiore ti ha aiutato a discernere azioni e parole?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
10
Marzo
2020
Smascherati!
commento di Mt 23,1-12, a cura di Lorena Armiento s.a.