Ph. Martina Pampagnin -
Noi chiamiamo volto il modo in cui si presenta l’Altro. Questo modo non consiste nel mostrarsi come un insieme di qualità che formano un’immagine. Il volto d’Altro distrugge ad ogni istante e oltrepassa l’immagine plastica che mi lascia.
Emmanuel Lévinas
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 17,1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».
Mi lascio ispirare
Il volto è ciò che si pone davanti a me e mi si offre con forza; mi dice “coglimi” e mi comunica tutta la verità dell’altro. Sull’alto monte il volto di Gesù prende a brillare, tanto che sarà diventato faticoso per i tre apostoli ritrovarne i lineamenti che conoscevano tanto bene; sarà diventato faticoso alla vista assistere alla bianchezza sfolgorante delle vesti; sarà stato, tuttavia, certamente stupefacente avere un assaggio di paradiso, una visione di infinito per chi, come noi, è piccolo e povero.
Nella nostra limitatezza, Gesù ci porta con sé, sul monte, e se a volte fatichiamo a riconoscerlo nella sua gloria nel quotidiano della nostra vita, nella tradizione e nei profeti, nella sfolgorante luce della risurrezione non possiamo mentire e la sua bontà incontra la nostra inadeguatezza. Dio vero è presente e ci dice parole d’amore; ci mostra il suo volto, che è un volto umano e divino: è il volto di chi è innamorato e che si imprime inevitabilmente nel cuore della Chiesa, sua sposa, nella memoria di ciascuno di noi.
Il volto di chi amiamo ritorna nella nostra mente continuamente e cominciamo a vederlo ovunque; è qualcosa che non sappiamo gestire, che stringe lo stomaco, che dapprima immobilizza, per poi mettere in movimento. Così il volto di Cristo, che è Luce, Bellezza, Bontà, Gloria, Infinità, Umanità…
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni faccio fatica ad abbandonarmi al Signore che mi ama?
In che misura custodisco il silenzio come tempo per entrare in me stesso e scorgerne l’infinito?
Quali sono i miei limiti che mi impediscono di “scendere dal monte” ed essere gioioso testimone del risorto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Marzo
2020
Brillante come il sole
commento di Mt 17,1-9, a cura di Marco Ruggiero