Ph. Martina Pampagnin -
Ecco l’amore più perfetto: il tu si fa sinonimo dell’io.
Robert Sabatier
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Mi lascio ispirare
L’inclinazione naturale ci spinge ad amare chi ci piace, a stare con le persone con cui si sentiamo in sintonia. La “legge” ci chiede di fare un passo in più: di amare Dio, il nostro prossimo e noi stessi con tutto il cuore. E già questo è un bell’esercizio! Non tutti giorni è semplice a mettere in pratica, soprattutto quando Dio sembra non farsi sentire, quando la pigrizia ci impedisce di aiutare, quando guardandoci allo specchio ci sembra non riconoscerci. No, decisamente già questo non è così scontato.
Ma Gesù, come se non bastasse, ci chiede ancora di più. Ci chiede l’amore gratuito verso chi vuole ucciderci, se non fisicamente, almeno moralmente. Chiamati alla gratuità, siamo chiamati ad aprire le mani e il cuore, prima per ricevere e poi per rimettere in circolo ciò che ci viene donato. Non una gratuità masochista, però, né una perfezione umanamente impossibile (se tale la sentissimo, affidiamo a Dio la nostra difficoltà): oggi siamo chiamati alla gratuità universale e umana dell’amore.
Siamo oggi chiamati a mettere in pratica quell’amore universale che non conosce confini, che proprio nel limite riconosce e promuove una fonte di vita. Il Figlio di Dio, il figlio per eccellenza, ci dà le chiavi per essere eredi esattamente come lui – e, come tali, operatori di un amore che ci attraversa e supera.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione recente ho ricevuto attenzione, considerazione o amore che non mi aspettavo?
In quale luogo della mia vita posso provare a mettere in pratica il comandamento di Gesù?
Che cosa vuole dire, per me, essere figlio di Dio oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Marzo
2020
L’amore più perfetto
commento di Mt 5,43-48, a cura di Virginie Kubler