-
Non sia la tua sete a vincere sulla fonte, ma la fonte a vincere sulla tua sete.
Efrem il Siro
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 4,1-11)
Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane”. Ma egli rispose: “Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: “Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”. Gesù gli rispose: “Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”. Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai”. Allora Gesù gli rispose: “Vattene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”. Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.
Mi lascio ispirare
Tendiamo ad immaginare, a sognare una vita come una linea retta, leggermente in salita. Eppure, la vita di Gesù, ed anche la nostra, sembra molto diversa. Molto più simile ad una lotta: una parte di me gioca a mio favore e una parte la contrasta. Una parte di me, quella a mio favore, vive dei doni ricevuti, dell’essere me stesso, cercando di donare, servire, condividere la vita con gli altri; l’altra parte di me fa dell’avere, l’apparire e il potere, la logica con cui vivere.
Queste due parti non sono distanti; si tratta di riconoscerle. Si tratta di capire quale di essa è essenziale e quale può aiutare, quale è fine e quale è mezzo. Non facile da riconoscere per noi e per Gesù. C’è bisogno di fermarsi, di silenzio per ascoltare una Parola che vada al cuore delle cose e mi aiuti a discernere.
Nel deserto Gesù sente il fascino del pane, dell’avere, ma riconosce che quello che ha non può essere l’assoluto: è un aiuto, al quale si può rinunciare. Quello che ha in realtà lo ha ricevuto, da Dio in sé stesso, attraverso gli altri.
Viene poi suggestionato dalla possibilità di apparire: che spettacolo sarebbe, potrebbe dire immediatamente a sé stesso! Ma riconosce che si può apparire, cioè mostrare, solo ciò che si è. Altrimenti tutto è vuoto: l’essenziale essere viene schiacciato da ciò che potrebbe essere importante, l’apparire.
Ma non basta, nel fondo ciò che sembra contare è potere sugli altri: in fin dei conti se sei una persona buona… perché no! Gesù si accorge anche lì del grande rischio, quello che potrebbe essere un mezzo, il potere, diventa fine! … e si perderebbe il senso del suo potere che è servire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale “avere” ti affascina? (Cose? Risultati? Persone? Approvazioni?)
Quale “apparire” ti attira? (Stima? Riconoscenza? Bellezza?)
Quale “potere” ti affascina? (Ruoli? Responsabilità? Poter decidere su altri?)
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Marzo
2020
Che lotta!
commento di Mt 4,1-11, a cura di Loris Piorar SJ