Ph. Martina Pampagnin, Casa di Pietro -
Ma da queste profonde
ferite usciranno
farfalle libere.
Alda Merini
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 9,22-25)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno». Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso?».
Mi lascio ispirare
Non è una prospettiva rosea, quella che il Vangelo propone oggi. Gesù soffrirà – e anche chi lo vuole seguire per davvero troverà nella sofferenza un’esperienza attraverso cui passare. E questa sofferenza deve essere scelta!
Facciamo sempre molta fatica anche solo a parlare di sofferenza, figuriamoci a viverla. La viviamo come segno della sconfitta, ci fa paura perché ci ricorda che siamo esseri mortali. E quando ci troviamo davanti al dolore spesso è perché ci è caduto addosso.
Il Vangelo ci dice che seguire Gesù è seguire il desiderio di vita e libertà che ci portiamo dentro, e che questa vita va contro aspettative, compromessi, consuetudini che tutto un mondo che ci circonda protegge con forza come se fossero una barricata contro la Morte, ma che in realtà fa il suo gioco perché impedisce di vivere davvero.
La croce che dobbiamo scegliere è la consapevolezza che per seguire la Vita subiremo gli attacchi della Morte, del Nemico che non vuole il nostro bene. Preghiamo per chiedere la grazia di avere la forza e il coraggio di attraversare la valle oscura quando si presenterà.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando il dolore mi ha spaventato?
In quale occasione la sofferenza è stata fonte di vita?
In quale luogo della mia vita sento più forte il desiderio di vita e libertà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Febbraio
2020
Forza e coraggio!
commento di Lc 9,22-25, a cura di Leonardo Vezzani SJ