Foto di Arek Socha da Pixabay -
Vi fu un tempo in cui facevi domande perché cercavi risposte, ed eri felice quando le ottenevi. Torna bambino: chiedi ancora.
C. S. Lewis
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,30-37)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo. Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti». E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Mi lascio ispirare
Oggi il Signore riapre il cuore ai suoi, gli confida ciò che li attende a Gerusalemme, preparando i compagni di cammino e sé stesso con loro. Gesù cerca di insegnare ai discepoli che mai e poi mai lui consegnerà un altro alla morte ma, piuttosto di compiere il male, si lascerà consegnare. L’annuncio pasquale è rifiutato, non verbalmente, ma chiudendo gli occhi, ignorandolo, non chiedendo, cercando ancora una volta di aggiustare le cose al modo umano, come maldestramente Pietro aveva fatto in precedenza.
Una volta giunti a casa Gesù domanda l’oggetto del loro discorrere, una discussione che sarà stata animata, ma soffocata, non pareva carino trovare il sostituto, mentre il Maestro era ancora in vita!
La risposta di Gesù sconcerta, davanti a tanti “primi” riuniti si pone a modello il più piccolo… un ribaltamento radicale del punto di vista che lascia tutti senza parole. Davanti alle grandi sfide della vita il “farsi grossi” per il Signore non è la strategia migliore! La Chiesa, così come le nostre famiglie, non sono mandate avanti da chi sbatte il pugno sul tavolo, ma da chi umilmente si mette al servizio di tutti.
Colui, o colei, che può governare la comunità è sempre da cercare e trovare fra coloro che sanno stare con gioia all’ultimo posto. Possiamo allora chiedere oggi al Signore che nelle posizioni di leadership che la vita ci chiede di assumere, possiamo rifuggire ciò che davvero mina il nostro servizio, il non essere servi degli altri, ricacciando indietro il desiderio di strumentalizzare e farla da padroni!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione una difficoltà ha parlato in profondità alla tua vita?
In che modo chiedi aiuto? A chi ti affidi? Su cosa confidi?
Quanto la piccolezza ed il servizio sono arnesi presenti nella tua casetta degli attrezzi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Febbraio
2020
Il modello del più piccolo
commento di Mc 9,30-37, a cura di Narciso Sunda SJ