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La preghiera non cambia Dio, ma cambia colui che prega.
Søren Kierkegaard
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 9,14-29)
In quel tempo, [Gesù, Pietro, Giacomo e Giovanni, scesero dal monte] e arrivando presso i discepoli, videro attorno a loro molta folla e alcuni scribi che discutevano con loro. E subito tutta la folla, al vederlo, fu presa da meraviglia e corse a salutarlo. Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con loro?». E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiuma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». Egli allora disse loro: «O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi? Portatelo da me». E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spirito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli accade questo?». Ed egli rispose: «Dall’infanzia; anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell’acqua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci». Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose subito ad alta voce: «Credo; aiuta la mia incredulità!». Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, minacciò lo spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fanciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: «È morto». Ma Gesù lo prese per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Entrato in casa, i suoi discepoli gli domandavano in privato: «Perché noi non siamo riusciti a scacciarlo?». Ed egli disse loro: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».
Mi lascio ispirare
Gesù scende, dopo avere ricevuto una pacca sulle spalle dal Padre, un riconoscimento, si rimette in cammino e scende dal monte. Torna fra noi. Lì trova il solito capannello di persone: c’è qualcosa che li agita, che li fa mormorare. In mezzo a tutto questo vociare, un ragazzino abitato da uno spirito muto ma violento. Ancora una volta, è richiesto a Gesù di mostrare un segno, di dare spiegazioni, di aprire varchi nei cuori induriti.
E Gesù, l’uomo, pare dire: state ancora a perdere tempo, a discutere? Non avete ancora compreso? Ma quanto sono duri i vostri cuori? Ma non vi è bastato stare con me? Ancora chiedete a me perché voi non siete capaci? Il ragazzino sta al centro, ma non è lui il protagonista di oggi. Lo sguardo di Gesù, infatti, si posa sul padre: è suo il desiderio che non trova risposta.
Quante volte ci troviamo noi per primi incatenati, abbattuti dall’impossibilità di renderci utili per gli altri? Di sentirci troppo piccoli davanti a ciò che affligge l’umanità? Di percepire la sofferenza altrui e sentirci impotenti, disarmati? Io non posso nulla. Ci pensi tu?
E, ancora una volta, Gesù ci prende per mano: io posso solo se tu vuoi, se il tuo desiderio diventa preghiera; porta nella tua preghiera anche i tuoi limiti, le tue paure, la tua… incredulità. Porta tutto, porta te stesso nella relazione con Me. Ci credi?
C’è un altro silenzio ora, che è solo apparentemente morte: in realtà è il preludio della vita piena, della vita veramente trasformata.
Credo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Davanti a che cosa mi sento impotente, disarmato?
Quali incredulità porto dentro di me? E quali desideri?
Che forma ha, la mia preghiera? La mia relazione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
24
Febbraio
2020
Io non posso nulla. Ci pensi tu?
commento di Mc 9,14-29, a cura di Francesca Carraro