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Vorresti alzarti in cielo a urlare chi sei tu,
ma il tempo passa e non ritorna più…
Se guardi nelle tasche
troverai gli spiccioli che ieri non avevi,
ma il tempo andato non ritornerà.
Francesco Guccini, Un altro giorno è andato
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
Mi lascio ispirare
«Non è abbastanza». «Non c’è abbastanza tempo». «Nella nostra comunità siamo troppo pochi». «Non sono sufficiente». «Non ho fatto abbastanza». «Se anche riuscissi a metterci tutto l’impegno, non basterebbe a cambiare davvero le cose».
Arriva sempre il momento in cui sembra che quel che si è costruito sia troppo poco per reggere l’urto del tempo; la sensazione che sì, ci abbiamo provato, ma in fondo non ci libereremo mai dalle dinamiche che ci rattristano la vita; che vorremmo tutto, ma abbiamo solo qualcosina. Per questo ci nascondiamo, copriamo una luce che ci sembra troppo flebile, smettiamo di provarci per non soffrire ancora, non ci esponiamo per non essere giudicati.
Fortunatamente il Signore non ci vede così e ci ricorda il valore delle piccole cose della nostra quotidianità: noi quando visitiamo un malato pensiamo agli altri diecimila che non hanno nessuno, lui vede quel cucchiaino di sale che da solo basta a rendere buona tutta la pagnotta; quando il nostro presente a noi sembra insignificante, lui vede una lampada che neppure tutta l’oscurità del mondo può spegnere e che da sola basta a rendere abitabile una casa.
Lui ci dice che è abbastanza, che vale la pena, che alla fine vedremo il senso di ognuno di quei granelli e di quelle scintille. Ancora oggi fa risuonare per noi quello stesso incoraggiamento. Ha gustato il sapore unico che solo ciascuno di noi può dare, ha sognato la nostra luce, e non vuole toglierli al mondo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa oggi vivo come insipido e oscuro?
Qual è il mio modo di amare, insaporire, illuminare?
Il Signore non teme che l’acqua nella pentola sia molta più del sale: su quale aspetto della mia vita oggi posso chiedere di acquisire il suo sguardo?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Febbraio
2020
Ne basta un pizzico
commento di Mt 5,13-16, a cura di Comunità Centro Poggeschi