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Oh, good Lord,
where have you gone?
Why have you left me?
O Signore buono,
dove sei andato?
Perché mi hai abbandonato?
Son of the dust, Black casino and the ghost
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Marco 6,1-6)
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
Mi lascio ispirare
Nel segno dell’ascolto si aprono due vie: il sentiero della paura di ciò che si credeva conosciuto, ma si scopre sconosciuto e il sentiero della fiducia nell’imprevisto e nell’insperato; l’uno porta al giudizio e al rifiuto, l’altro sblocca il passo verso l’inaspettato.
Ed ecco lo stupore del non-compreso e la meraviglia del non-atteso.
Nel tempo del riposo, nello spazio tra un’esperienza di vita ed un’altra, si presenta l’occasione di stare davanti al non-compreso al non-atteso, proprio lì nelle cose di tutti i giorni, tra le relazioni della quotidianità ed è allora che siamo chiamati a scegliere fra la paura e la fiducia, gustando lo stupore e assimilando la meraviglia.
Dio continua a guarire, ad avvicinare il palmo delle sue mani al nostro cuore, a porre il segno del suo amore nella nostra mente, dinanzi al nostro stupore incredulo egli si meraviglia e sceglie tenacemente di dare valore a ciò che gli appartiene, di rispettarne i limiti e di avere fiducia nella promessa che ha fatto e ha mantenuto.
Imperterrito egli ritorna, ci attraversa e, percorrendo le periferie della nostra vita, ancora ci invita a non avere paura di riconoscere, di non dare per scontato, di avere uno sguardo nuovo ogni giorno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando lo stupore dinanzi alla non comprensione ha svilito il mio sguardo?
Come la meraviglia mi ha spinto ad andare oltre l’incredulità?
Cosa do per scontato nella mia quotidianità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
5
Febbraio
2020
Ti conosco, non ti disconosco
commento di Marco 6,1-6, a cura di Mounira Abdelhamid Serra