Ph. Verena M. -
Dopo di te
sono spopolata,
una nuvola senza popolo delle nuvole,
un’anima senza angoli,
spazzata da vento impetuoso.
Un nòcciolo senza frutto.
Respiro forte
sotto cielo duro.
sovraesposta
e schiusa,
mi aggiro appena nata
per la città fragorosa […].
Chandra Livia Candiani
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 5,1-20)
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero all’altra riva del mare, nel paese dei Gerasèni. Sceso dalla barca, subito dai sepolcri gli venne incontro un uomo posseduto da uno spirito impuro. Costui aveva la sua dimora fra le tombe e nessuno riusciva a tenerlo legato, neanche con catene, perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno riusciva più a domarlo. Continuamente, notte e giorno, fra le tombe e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. Visto Gesù da lontano, accorse, gli si gettò ai piedi e, urlando a gran voce, disse: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio altissimo? Ti scongiuro, in nome di Dio, non tormentarmi!». Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, da quest’uomo!». E gli domandò: «Qual è il tuo nome?». «Il mio nome è Legione – gli rispose – perché siamo in molti». E lo scongiurava con insistenza perché non li cacciasse fuori dal paese. C’era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. E lo scongiurarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi». Glielo permise. E gli spiriti impuri, dopo essere usciti, entrarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. I loro mandriani allora fuggirono, portarono la notizia nella città e nelle campagne e la gente venne a vedere che cosa fosse accaduto. Giunsero da Gesù, videro l’indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto, spiegarono loro che cosa era accaduto all’indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio. Mentre risaliva nella barca, colui che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. Non glielo permise, ma gli disse: «Va’ nella tua casa, dai tuoi, annuncia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decàpoli quello che Gesù aveva fatto per lui e tutti erano meravigliati.
Mi lascio ispirare
Ti corro incontro, spinta dalla rabbia. Non la gratitudine per la preziosità del ricamo della mia vita, non la speranza nella tua infinita bontà, non il desiderio di incontrarti in pienezza. È la rabbia ad attirarmi a te. Ti vedo arrivare e il tuo sguardo mi chiama in causa, mi interroga.
Il tuo sguardo d’amore addomestica la mia rabbia, ammansisce il mio dolore: le mille parti di me, le spaccature, le rotture che mi abitano si ricompongono nelle tue mani. La legione che mi abita si ricompatta: sotto il tuo sguardo, sono di nuovo una, fatta intera dal tuo amore.
Le mille voci che mi hanno abitata rispondendo alle tue domande vengono chiamate fuori, una per volta; la relazione con te, domanda dopo domanda, libera i miei passi, mette ordine nel mio cuore. Non sono più sola con una legione di voci: la relazione con te trasforma la mia solitudine rabbiosa in arioso spazio di vita. L’innecessario scappa da me e nel mio cuore c’è finalmente spazio: posso accoglierti.
Ti accolgo, allora, e mi riscopro chiamata a raccontare – e in questa storia è la mia voce che conta, perché sotto al tuo sguardo io son finalmente io e, tornata a me stessa, posso testimoniare la tua misericordia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale legione mi abita, impedendomi di sentirmi intero?
Quale rabbia voglio affidare al Signore?
In quale luogo della mia vita mi sento chiamato a testimoniare la misericordia del Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
3
Febbraio
2020
Interi nel Tuo amore
commento di Mc 5,1-20, a cura di Verena M.