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Solo quello che si comprende può essere cambiato.
Ciò che non si capisce, o di cui non si è consapevoli, viene represso. Non si cambia.
Ma quando lo si capisce, si cambia.
Anthony De Mello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 4,1-20)
In quel tempo, Gesù cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, affinché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano, perché non si convertano e venga loro perdonato». E disse loro: «Non capite questa parabola, e come potrete comprendere tutte le parabole? Il seminatore semina la Parola. Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la Parola, ma, quando l’ascoltano, subito viene Satana e porta via la Parola seminata in loro. Quelli seminati sul terreno sassoso sono coloro che, quando ascoltano la Parola, subito l’accolgono con gioia, ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della Parola, subito vengono meno. Altri sono quelli seminati tra i rovi: questi sono coloro che hanno ascoltato la Parola, ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e la seduzione della ricchezza e tutte le altre passioni, soffocano la Parola e questa rimane senza frutto. Altri ancora sono quelli seminati sul terreno buono: sono coloro che ascoltano la Parola, l’accolgono e portano frutto: il trenta, il sessanta, il cento per uno».
Mi lascio ispirare
C’è una certa delicatezza, nel seminatore. Lui sa distinguere il terreno buono da tutti gli altri, eppure sembra non volerlo dire. Lui solo pianta lo stesso seme, dappertutto. E attende. Attende che la strada si senta impenetrabile, che i sassi si scoprano privi di radici, che i roveti si percepiscano intricati e soffocanti. Il seminatore attende che maturi una presa di coscienza. Anche attraverso l’esperienza della vita che non riesce a stabilirsi e a lasciarsi gustare. Anche attraverso l’esperienza della vita che viene sottratta, che non riesce a mettere radici, che viene stritolata. L’esperienza della vita che muore perché non sappiamo custodirla, perché non sappiamo mantenerla viva dentro di noi.
Questa parabola infatti non vuole allarmarci per il fatto che il seme venga sprecato tre volte su quattro. Questa parabola vuole farci sapere che quattro volte su quattro il seme può metterci di fronte a noi stessi, che quattro volte su quattro può farci da specchio. Che la salvezza si incarna nella nostra natura umana, che non avviene per magia, ma che ha bisogno di rileggere alla luce della parola anche i passaggi di morte delle nostre vite. Questa parabola vuole farci sapere che quattro volte su quattro, per mezzo della parola, ci viene offerto il frutto della consapevolezza: la possibilità di guardare nella verità e di accogliere con amore la realtà in divenire che siamo, anziché negare e dimenticare ciò che ci disturba.
Perciò non importa se oggi siamo ancora strade, o sassi, o spine, o se siamo già germogli carnosi: un seme nuovo arriva!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali parole di questo vangelo mi mettono di fronte a me stesso, facendomi da specchio?
Quali sentimenti (di tenerezza, di rabbia, di paura, ...) si muovono in me mentre mi specchio nella parola?
In che modo posso custodire la vita che ho ricevuto oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
29
Gennaio
2020
Quattro su quattro
commento di Mc 4,1-20, a cura di Elena Benini