Ph. on Pxhere -
Ma i moralisti han chiuso i bar
e le morali han chiuso i vostri cuori
e spento i vostri ardori.
Francesco Guccini, Canzone di notte n.2
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mc 3,1-6)
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva la mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guarivano in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: “alzati, vieni qui in mezzo!”. Poi domandò loro: è lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?”. Ma essi tacevano. E guardandoli tutti intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: “tendi la mano!”. Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
Mi lascio ispirare
C’è un uomo con la mano paralizzata che viene guarito: quello che sembra essere l’episodio centrale del racconto si perde invece quasi fosse un pretesto, e dell’uomo con la mano malata non si dice niente: perché era nella Sinagoga? Voleva ascoltare Gesù, o era lì per farsi guarire? Era venuto di sua spontanea volontà, o lo avevano chiamato i farisei?
I farisei sono lì, tutti intorno a Gesù, che aspettano che faccia qualcosa: per loro l’uomo con la mano paralizzata passa in secondo piano. Loro che conoscono così bene la legge, loro che obbediscono ai precetti, non si meravigliano davanti al miracolo: non è questo quello che cercano. Loro forse desiderano più degli altri la venuta del Regno dei Cieli; ma è un regno disegnato con squadre e righelli, e qualsiasi cosa non si riesca ad incasellare in questo schema che hanno immaginato appare sbagliato, ingiusto, persino irrispettoso.
Anche dentro di noi si possono nascondere erodiani e farisei. E allora ogni volta che la vita esonda, che la vita trabocca, che la vita sbaglia anche strada e percorre un tragitto che non è quello che ci aspettavamo e che forse nemmeno ci piace, ecco che subito siamo pronti a indurirci, a chiudere fuori Gesù, a farlo morire. Forse, invece, potremmo semplicemente provare a contemplare lo spettacolo che la vita ci propone, nelle paralisi come nei miracoli, e lasciarci stupire quando ci viene incontro, ci chiama in mezzo, e ci guarisce.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Osservo la scena: dove mi colloco? Sono al lato, con i farisei? Sono al centro, con l’uomo dalla mano paralizzata?
Chi è Gesù per me?
Quali sono le durezze del mio cuore? In quali recinti della mia mente cerco di imprigionare Gesù?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Gennaio
2020
Immagini del regno
commento di Mc 3,1-6, a cura di Rete Loyola (Bologna)