Si può dire che l'eterno mistero del mondo sia la sua comprensibilità. Il fatto che sia comprensibile è un miracolo.
Albert Einstein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 2,16-21)
In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
Mi lascio ispirare
Al centro della scena, tra l’andare e il venire dei pastori, Maria osserva quello che le sta succedendo intorno e custodisce questa esperienza nel suo cuore. Maria non ha fretta di tirare conclusioni. Non ha urgenza di dare interpretazioni a quanto sta accadendo, non ha bisogno di appiccicare delle etichette o esprimere dei giudizi. Non semplifica, non banalizza. Semplicemente si lascia interpellare dagli stimoli in cui è immersa e li trasforma in domande interiori che per il momento rimangono aperte. E accetta di non capire.
Maria non aggredisce la realtà che vive. Non la plasma secondo i suoi schemi o preconcetti. Non pretende di conoscerla a priori. Non si arroga il diritto di detenere la verità. Anzi, accetta di mettersi in discussione, si lascia toccare da quanto sta vivendo. Si mette in attesa che sia la realtà stessa a rivelare il mistero in cui si trova immersa. Di una cosa ormai è certa: essa stessa è parte di questo mistero. E sa che per comprenderlo deve viverlo fino in fondo.
Così facendo, Maria si lascia conoscere a partire da una chiave di lettura esterna a sé, non contaminata da giudizi e preconcetti. E si vede in tutta la sua bellezza reale. Non è sottomessa al mistero, ne diventa protagonista essenziale. Non per controllarlo, non per gestirlo, bensì per gustarlo in tutta la sua ricchezza. È così che la novità della buona notizia si dischiude in lei ed è così che può trovare dimora anche presso di noi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è il tuo modo di affrontare gli imprevisti e le situazioni che accadono e sconvolgono i tuoi piani?
Come riconosci che una certa esperienza ti ha cambiato?
Puoi richiamare alla memoria degli esempi concreti che ti sono capitati, su cui poter riflettere?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Gennaio
2020
Mistero da vivere
commento di Lc 2,16-21, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ