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L’anima è coscienza e rispetto prima di tutto. Coscienza dell’essere e rispetto dell’essere con le sue componenti: compassione, libertà, verità.
Andrée Maillet
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 9,35-10,1.6-8)
In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date».
Mi lascio ispirare
Oggi apriamo giornali, accendiamo il televisore e vediamo desolazione, persone in grande sofferenza, nel mondo e nel nostro paese. Spegniamo, prendiamo in mano il cellulare: altrettanti messaggi, chiamate, notifiche di amici, parenti, colleghi, conoscenze che non stanno bene di salute o sono veramente giù di morale, stanno faticando tanto, alcuni sono intrappolati in situazioni particolarmente difficoltose. Usciamo di casa e il ballo di sofferenza continua davanti ai nostri occhi.
Ora sediamoci in un luogo tranquillo. Chiudiamo gli occhi. Ascoltiamo Gesù predicare. Qual è la buona notizia che la sua parola ci rivela oggi? Lasciamo il ricordo di momenti pesanti o disperati fluire e accogliamo con lui gli insegnamenti, le guarigioni, la gioia, la vicinanza di parenti o amici. Forse possiamo anche sentire la commozione di Gesù nel guarirci.
L’etimologia ci insegna che la compassione è un movimento che parte dalle viscere, non solo dal cuore, è forse il legame più forte tra due essere umani che esista e indubbiamente incita all’azione. Gesù agisce e ci chiede di seguire il suo esempio partendo da ciò che abbiamo sperimentato.
Impariamo dal suo spirito a parlare di Dio, di amore, di fratellanza, a compiere gesti importanti e soprattutto ad avere un atteggiamento che sappia trasmettere un po’ di ciò che abbiamo ricevuto senza mai dimenticare in chi siamo radicati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
A chi scelgo di rivolgere un gesto di carità oggi?
A chi le mie parole possono offrire speranza?
Quale luogo della mia vita merita la mia compassione?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Dicembre
2019
Spinti ad agire col cuore
commento di Mt 9,35-10,1.6-8, a cura di Virginie Kubler