ph. Andrea Lalli -
Don’t be alarmed now:
it’s just a spring clean for the May queen.
Yes, there are two paths you can go by,
but in the long run there’s still time
to change the road you’re on.
Led Zeppelin, Stairway to Heaven
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 24, 37-44)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo».
Mi lascio ispirare
Il diluvio, il ladro, figure che in negativo rappresentano l’urgenza, la causa di forza maggiore.
Viviamo un periodo nel quale possiamo avere l’esatta percezione di cosa comportino le abbondanti piogge e, per altro verso, tutti i giorni dobbiamo stare attenti ai nostri averi, al tradimento, alla depauperazione, alla violazione del frutto del lavoro.
Siamo tutti uomini nei campi e donne alla mola.
Gesù ci invita con parole dure ad un cambio di prospettiva, a ritornare assieme a Lui al Padre. Egli salva mostrando un’arca, un’alleanza rinnovata, un patto di consapevolezza.
Il furore del diluvio è diverso dalle piogge sparse, l’arguzia del ladro notturno non è al pari di quella di ladruncoli da mercato, eppure quotidianamente siamo condizionati dalle piogge sparse e dai ladruncoli di mercato: Dio vuole essere riconosciuto come unica condizione della nostra vita, è stanco di vederci in atteggiamento sottomesso ad ogni variabile, inconsapevoli, addormentati in una quotidianità ridondante di gioie e dolori vissuti senza la percezione dell’intrinseco significato profondo.
Ripiegati su noi stessi, non ci accorgiamo dell’opportunità che ci è concessa ogni attimo per vivere a pieno, dimentichiamo con superbia la bellezza di essere figli di un Dio che si è fatto piccolo pur di toccare il nostro cuore e così non ci meravigliamo più di toccarci il cuore tra di noi.
L’invito è a cambiare stile. Rischiamo di vivere il sonno dell’indifferenza e l’oblio dell’autosalvezza. Ma Dio torna ogni nostro attimo, sino a quello definitivo, a domandare riconoscenza e attenzione, per liberarci dalle sue false immagini e per-metterci vita sia dove siamo che altrove.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale strada scelgo di percorrere oggi?
Quale falsa immagine rischia di impedirmi la pienezza?
In quale luogo della mia vita ho bisogno di scorgere nuove opportunità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
1
Dicembre
2019
Permetterci vita
commento di Mt 24, 37-44, a cura di Mounira Abdelhamid Serra