Ph. Martina Pampagnin -
Ed è qualcosa da cui non puoi scappare. Il mare… Ma soprattutto: il mare chiama… Non smette mai, ti entra dentro, ce l’hai addosso, è te che vuole… Puoi anche far finta di niente, ma non serve. Continuerà a chiamarti… Senza spiegare nulla, senza dirti dove, ci sarà sempre un mare, che ti chiamerà.
Alessandro Baricco
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
Mi lascio ispirare
È pesante la rete tra le mani, bisogna stare attenti altrimenti ci si resta incastrati o ci si fa male. Il mare calmo riflette la luce del sole, il suo ritmo dà ritmo al mio lavoro. C’è un gran silenzio, interrotto solo dal rumore della corda che strofina sul legno della nave. Pesa sempre di più, c’è tanta fatica, pesa troppo questa rete. Poi una luce chiarissima e forte mi colpisce dentro il cuore, mi chiama per nome.
Mi fermo e subito sento un grande “Lascia la rete e vieni con me”. Alzo lo sguardo dal fondo della barca e guardo a riva, davanti agli occhi la rete è fitta: “Vieni con me, pescherai uomini”. Le mie mani si aprono, lasciano cadere la rete che scivola in mare silenziosa, come se non avesse più peso. Quella la strada per me: oltre quella rete nodosa e pesante, sui passi lungo il Mar di Galilea, verso quella luce più grande.
E subito nel silenzio mi trovo scalzo dietro la tua veste bianca. Non c’è più fatica, non ci sono più reti tese tra le mani attraverso cui guardare il sole. Con te, guardo oltre, verso nuovi mari.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quale rete affatica le tue mani?
Che suono ha la voce che ti chiama per nome?
Su quale riva oggi cammini col Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
30
Novembre
2019
Oltre la rete
commento di Mt 4,18-22, a cura di Martina Pampagnin