-
Il corpo non è la prigione dellʼanima ma il tempio dello Spirito.
Pavel Nikolaevič Evdokimov
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 2,13-22)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: «Lo zelo per la tua casa mi divorerà». Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mi lascio ispirare
Signore, è affascinante immaginarti concentrato a intrecciare una frusta di cordicelle prima di scagliarti sulla folla… Non sei preda di un incontenibile attacco di rabbia, non sei schiavo di ciò che provi, ma sai integrarlo con ciò che vuoi essere; da vero uomo, hai saputo vivere fino all’ultima goccia le tue emozioni. La fermezza che hai avuto al tempio è la stessa che a volte ci serve per fare ordine, per rimuovere pesi e ostacoli, tutti quei diversivi che ci impediscono di mettere radici e strutturare la nostra vita attorno al Bene.
Il corpo è un tempio, dici. Ognuno di noi è stato fatto a immagine e somiglianza di Dio, e nel nostro corpo vive lo Spirito Santo che ci guida. La fede non è soltanto una questione di mente, ma anche di carne, di emozioni che sentiamo nella pancia, attraverso cui Dio può parlarci. Vivere il nostro corpo come tempio del Signore significa prenderci tempo per ascoltarlo e per prendercene cura, viverlo come dono che condividiamo con Lui – vedere chi ci sta di fronte come luogo in cui Dio opera. Nelle relazioni , allora, quando due corpi si incontrano, la sfida è capire in che modo il Signore abita quel corpo, quali segni lascia nell’altro e come questi segni parlano alla mia fede.
Una fede che è disponibilità ad accogliere la “rivoluzione” di Gesù, che non rispetta i nostri schemi, ma che ci permette di comprendere anche i momenti di tenebra, alla luce della resurrezione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Di quali pesi e compravendite posso liberarmi oggi, con l’aiuto di Gesù?
Come mi prendo cura del mio corpo per accogliere il Signore?
Quali eventi o parole per la mia vita faccio fatica a comprendere oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Novembre
2019
Il tempio del corpo
commento di Gv 2,13-22, a cura di Comunità Centro Poggeschi