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Verrà forse un tempo in cui la luce interiore uscirà da noi, in modo che non avremo più bisogno di altra luce.
Johann Wolfgang von Goethe
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli: «Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce».
Mi lascio ispirare
Quando ci troviamo dinanzi a scelte davvero difficili, capita spesso di sentirci fragili.
L’insicurezza ci fa sembrare impossibile vedere con la sua luce ciò che conta veramente. Ci sembra che il cuore suggerisca una cosa e la testa un’altra; quasi spezzati in due, con la vista annebbiata, camminiamo a fatica e non siamo sereni.
La testa ci porta a ponderare i pro e i contro, i benefici e le complicazioni. Molte volte la conclusione è che sarebbe stupido, poco pragmatico e poco conveniente per la propria vita ascoltare il desiderio che è lì, instabilmente galleggiante nel cuore, e invece sarebbe più giusto valutare la scelta con scaltrezza.
In questo mondo ci sono ingiustizia, male, rabbia, arrivismo; la vera scaltrezza è cercare quel pezzetto di cuore che è nella testa e quel pezzo di testa che è nel cuore. È questo essere figli della luce: non spezzati a metà, ma un insieme di anima, corpo e spirito. Quando saremo tutti in Dio, non sarà più necessario essere scaltri; quando saremo una cosa sola in lui, sarà gioia piena.
Chiediamo al Signore di aiutarci a cercare il suo volto già qui su questa terra, per costruire il suo regno di bontà e giustizia nelle fatiche di ogni giorno e vivere davvero, tutti interi, nella luce splendente del suo amore.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Dinanzi alle scelte difficili come cerco l’onestà sia del cuore che della mente?
Quali sono i doni che il Signore mi ha fatto affinché possa contribuire a costruire il suo Regno di Giustizia e di Pace?
In che occasioni ho trovato la serenità del cuore aprendomi alla carità fraterna?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Novembre
2019
Scelte illuminate
commento di Lc 16,1-8, a cura di Marco Ruggiero