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- “Ma certo che Dio esiste: siamo fatti a sua immagine!”
- “E io sarei a sua immagine? Guardami: credi che Lui porti gli occhiali?”
- “Uhm... certo non con quella montatura”.
Woody Allen
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Gv 6,37-40)
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».
Mi lascio ispirare
Chiunque abbia fatto una visita oculistica sa che a un certo punto chiedono di guardare attraverso le lenti di una macchina in un punto preciso: all’inizio quello che vediamo risulta sfocato, poi pian piano diventa più nitido, e vediamo un paesaggio di solito idillico, con una mongolfiera alla fine di una lunga strada. Può succedere a volte di scambiare le parole di Gesù per quella mongolfiera colorata ma lontana, una promessa di facilità da raggiungere dopo un lungo cammino. Certo, sappiamo che arrivati da lui non verremo cacciati, ma quanta fatica per arrivarci!
In realtà, Gesù è quello strumento, quella mano che aiuta a farci mettere a fuoco la meta finale, che è una sola: la volontà del Padre. Gesù ha una visione chiarissima della sua missione e cerca costantemente di chiarirla anche per noi. La sua missione è di non perdere nulla di quanto il Padre gli ha dato, di tenere in vita quanto gli è stato donato. E la nostra?
Esattamente la stessa. Se guardiamo con la lente nitida che Gesù ci offre, a un certo punto ci accorgiamo che tutto quello che ci capita, tutte le persone che incontriamo vanno viste come cose da non perdere, doni di cui prendersi cura, che siamo tenuti a resuscitare. Questo significa che possiamo ridare a tutto nuova vita nei nostri pensieri, nei nostri giudizi. Ad esempio affrontare vecchie situazioni con nuove prospettive, prospettive di vita e di dono, o magari accettare persone che non sopportiamo con tutto il loro carico di peccato, di errore, ma anche di bellezza e di felicità.
Come lui non caccia noi ogni volta che ritorniamo come figliol prodigo, così noi, aiutati dalla sua Parola e dalla sua vita, cerchiamo di non perdere nulla di quello che Dio ci offre in dono e di ridargli nuova vita per mezzo di uno sguardo più terso.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando mi sono sentito totalmente accolto da Gesù?
Quale situazione posso vedere con una nuova prospettiva, una prospettiva più nitida?
A cosa, a chi posso dare nuova vita nei miei pensieri e nei miei giudizi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
2
Novembre
2019
Mettere a fuoco
commento di Gv 6,37-40, a cura di Gloria Ruvolo