Foto di René Schindler da Pixabay -
Ho sbagliato tante volte nella vita,
chissà quante volte ancora sbaglierò. [...]
È la vita che passa, che passa, che sia benedetta:
per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta.
Fiorella Mannoia, Che sia benedetta
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».
Mi lascio ispirare
Oggi con semplicità ci vengono mostrati alcuni atteggiamenti che abbiamo spesso noi credenti: ci comportiamo da primi della classe, da bravi bambini – e questa rettitudine morale che pensiamo sul serio di avere sembra quasi autorizzarci a pensare di poter giudicare gli altri.
Alla luce delle regole del discernimento di sant’Ignazio, però. possiamo comprendere qual è il vero rischio di un atteggiamento arrogante come quello del fariseo. La seconda regola del discernimento, infatti, dice che “è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti”.
È proprio in questo “non andare avanti” che sta il cuore del problema: la vera tentazione del nemico non è quella di compiere gesti tremendi, egli si accontenta di farci rimanere dove siamo, come il fariseo. La tranquillità della sua coscienza pulita lo fa sentire a posto con Dio. E sappiamo bene che è proprio quando ti senti tranquillo che abbassi le difese e lasci la porta aperta ad altre tentazioni del nemico della natura umana, come Ignazio chiama il diavolo.
La forza del pubblicano è quella di guardare al caos che si porta dentro. La crisi di coscienza che vive è il punto di partenza di una nuova vita, perché le vere trasformazioni della nostra vita nascono sempre da crisi profonde. Ciò che non vorremmo mai vivere diventa occasione di una vita nuova. Chiediamo al Signore di benedire le nostre crisi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale crisi ho ritrovato la vita?
In quale occasione la mia tranquillità è stata porta di tentazione?
In quale luogo della mia vita chiedo al Signore di aiutarmi a difendermi dal nemico?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Ottobre
2019
Benedette le crisi
commento di Lc 18,9-14, a cura di Leonardo Vezzani SJ