Ph. Verena M. -
Preoccuparsi è dimenticare che Dio ha cura di noi.
Teresa di Lisieux
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 12,54-59)
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».
Mi lascio ispirare
Oggi le parole di Gesù sono pungenti: rivolgendosi alle folle, invita tutti a prendere coscienza della sua presenza nella loro storia quotidiana e invitandoli a un energico ritorno a Dio. Ma la folla, un po’ come noi, è sorda all’appello di Gesù! Il popolo scruta e valuta sapientemente i movimenti delle nuvole da est a ovest ed il vento da sud a nord. Un popolo che uscendo dalle metafore capisce bene come stare al mondo, finendo per ridurre tutto a questo.
Intrappolati nella pre-occupazione di prevedere i pericoli e affrontarli tempestivamente, si lasciano sfuggire il vero “raccolto”, quella salvezza che solo Gesù può donar loro. In tal modo il popolo si comporta da ipocrita, come uno che senza conoscere se stesso crede di fare il bene o di sapere la verità, ma resta invischiato nel male. Atteggiamento di chi sa valutare perfettamente le cose del mondo, ma rimane insensibile agli avvenimenti storici gravidi di senso che accadono davanti ai suoi occhi! Eventi che ci chiedono di togliere le maschere per restare, in tutta la verità di cui siamo capaci, davanti alla realtà di un Gesù vivo ed operante in mezzo a noi.
Un Signore che oggi c’invita a rinunciare alle controversie per aprirci alla riconciliazione. Così oggi la Parola ci chiede di usare, nel nostro presente, tutta la misericordia di cui possiamo disporre. Perché se non usciamo dal “ti ho dato…”, dal “tu mi devi…”, finiremo per condannarci inesorabilmente ad una vita da creditori eternamente frustrati.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è l’avvenimento che mi ha davvero colpito negli ultimi tempi? Quali riflessioni o azioni ha generato?
In quale luogo, in quale persona sono stato capace di scorgere la presenza del Dio Vivo ed operante?
Davanti alle persone e cose su cui hai potere, quanto “il cosa te ne fai… e che vuoi da me…” ha lasciato spazio al “vuoi condividerlo con me… e cosa posso fare per te…”?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
25
Ottobre
2019
Con tutta la misericordia
commento di Lc 12,54-59, a cura di Narciso Sunda SJ