Ph. Matteo Suffritti SJ -
L’amore è l’ultima illegalità. Esso semplicemente non rispetta nessuna regola. Il massimo che ognuno di noi può fare è di arruolarsi come suo complice.
Tom Robbins
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».
Mi lascio ispirare
Che gli inviati non possano fare affidamento su nessuna garanzia, formazione, oggetto. Che gli operai, mandati a lavorare sempre almeno in due, si fidino che la loro vita, anche negli aspetti più concreti, è preziosa agli occhi del padrone della messe.
Che vivano e annuncino pace, custodendola senza perderla se non verrà accolta.
Lo stile che Luca tratteggia per gli amici che il Signore manda a preparare la sua visita è uno stile coraggioso.
Mangiate quello che vi sarà offerto, mangiate e bevete quello che c’è. Come figli che mangiano ciò che dà loro la mamma, come servi senza pretese, fiduciosi che ciò che ti vien dato sarà buono per te. Non scappare dalla casa che ti accoglie, dal compagno che ti viene affidato. Semplicemente vivi e annuncia “pace”!
Lo stile dell’apostolo che prepara la visita del Signore cura la malattia del “pensa a te stesso”/“salva te stesso”. Imitando il suo maestro, ognuno può vivere sulla sua pelle l’esperienza della prossimità del regno, della cura che il Padre ha per ciascuno.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cosa sento, cosa penso davanti a questo stile di apostolato?
Che rapporto ho con i miei bisogni fondamentali, con ciò che mi serve per vivere?
Qual è l’ultima volta che ho sentito “pace” nell’incontrare una persona?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Ottobre
2019
Scroccate in pace
commento di Lc 10,1-9, a cura di Matteo Suffritti SJ