- Foto di Antonio Doumas da Pixabay
In the confusion and the aftermath you are my signal fire, the only resolution and the only joy is the faint spark of forgiveness in your eyes. There you are, standing right in front of me.
Nella confusione e nelle conseguenze sei il mio segnale di fuoco, l’unica soluzione e l’unica gioia è la debole scintilla di perdono nei tuoi occhi. Eccoti lì, in piedi di fronte a me.
Snow Patrol, Signal fire
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 11, 29-32)
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Mi lascio ispirare
Nella calca dei pensieri che si affollano nella nostra mente siamo bloccati come nella calca attorno a Gesù. Stiamo fermi ad aspettare un gesto dall’esterno, una parola, qualcosa che rimetta in movimento tutto, un punto da cui riprendere il discorso. La realtà ci si presenta davanti come un libro – qualche volta rischiamo di perdere il segno: le parole non ci dicono più nulla, slegate da quello che c’era prima e da quello che viene dopo non diventano vita, non diventano passi in avanti per tornare a rivolgersi a Dio, convertirsi.
Ma la voce di Gesù a un certo punto si fa strada su tutto. La rabbia di Gesù è la rabbia di chi ama e vuole la salvezza dell’altro. Ci sta davanti, ma non lo vediamo, ci parla ma non lo ascoltiamo, continuiamo a chiedere segni dal cielo, prove, a confondere segni e realtà, quando abbiamo già ora tutto quello che ci serve.
Visto che continuiamo a perdere il segno possono essere utili due indicazioni. La regina pagana di Saba affronta un lungo cammino per mettere alla prova Salomone con i suoi enigmi, ma finisce per trovare risposte a quelli che erano i suoi, di dubbi. Salomone è stato segno della presenza di Dio per lei, la prima indicazione è dunque un invito a chiedere la Sapienza per cogliere con cuore libero i segni che sono già dati nella nostra storia. Occorre un cuore capace di riconoscere il male che ci abita, aperto alla conversione, ecco il senso della seconda indicazione, del segno di Giona, accolto a Ninive senza pretendere altri segni, che fa in prima persona un cammino di conversione per scoprire la grande misericordia di cui il Signore è capace.
Ed ecco, davanti a noi abbiamo qualcuno più grande di Salomone e di Giona, che si rivela nella misericordia, nel segno della croce, nella morte e resurrezione di Cristo. Cos’altro ci serve da questa vita, ora che il cielo è sulla terra?
Caterina Bruno
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale ambito della mia vita continuo a perdere il segno?
Se potessi mettere dei segnalibri anche alla realtà, dove li metteresti?
Cosa fa sentire il mio cuore libero?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Ottobre
2019
Per non perdere il segno
commento di Lc 11, 29-32, a cura di Rete Loyola (Bologna)