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Ragazzi, ragazze, questo vorrei dirvi: la vita giocatevela bene! [...] Perdereste il sonno, ma non la vita. La vita è diversa dal sonno. Perdereste il denaro, ma non la vita. La vita è diversa dal denaro. Perdereste la quiete, ma non la vita. La vita travalica la quiete, soprattutto la quiete sonnolente, ruminante del gregge. Perdereste la salute, ma non la vita.
don Tonino Bello
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,38-42)
Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Mi lascio ispirare
Marta invita Gesù a casa sua: è disarmante la semplicità con la quale Gesù entra in casa nostra quando lo lasciamo fare, quando apriamo le barricate delle nostre abitazioni e non abbiamo paura che le correnti di aria fresca portino polvere all’interno. Gesù è il Signore delle relazioni, il Dio della tavola, che entra nella nostra vita, se lo lasciamo fare, si siede attorno al tavolo e condivide la nostra umanità, la nostra povertà, le nostre fatiche, i nostri dolori e ci mostra tutta la nostra – che è la sua – bellezza.
Marta, quindi, accoglie il Maestro, mentre Maria lo ascolta, come discepola: è sorprendente la linearità delle reazioni, quando a un gesto semplice ne seguono tanti altri complessi. Quando facciamo spazio per Gesù nella nostra vita, inevitabilmente sono coinvolte anche le persone care che ci stanno attorno, in modi a noi misteriosi.
L’ascolto, quello di Maria, nasce dal desiderio profondo, che ognuno di noi ha, di interiorità, fonte di serenità; il servizio, quello di Marta, è anch’esso il luogo dell’amore, e l’accoglienza si fa concretizzazione del silenzio del cuore, seme di gioia.
Chiediamo al Signore di trasfigurare le nostre fatiche, le nostre paure e i nostri dubbi, perché possano essere il luogo intimo dell’incontro con lui, sorgente fresca in cui ristorarsi per vivere a pieno la vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita sento un quotidiano desiderio di relazione interiore con il Signore della vita?
In quali contesti la mia fede diventa azione sincera, servizio autentico?
Quando Cristo, alla mia tavola, ha ribaltato le mie falsità?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Ottobre
2019
Accogliere è servire
commento di Lc 10,38-42, a cura di Marco Ruggiero