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Sparirà con me ciò che trattengo, ma ciò che dono resterà nelle mani di tutti.
Rabindranath Tagore
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 16,1-13)
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”. L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”. Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”. Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce. Ebbene, io vi dico: fatevi degli amici con la ricchezza disonesta, perché, quando questa verrà a mancare, essi vi accolgano nelle dimore eterne. Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti. Se dunque non siete stati fedeli nella ricchezza disonesta, chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra? Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Mi lascio ispirare
Ci sono dei momenti in cui bisogna fare delle scelte: dare o trattenere.
La storia che porta Gesù non è un esempio modello, non è una storia di onestà: è il racconto di debiti e crediti amministrati con l’inganno per garantirsi un futuro.
Eppure nella nostra vita noi non siamo amministratori di una ricchezza altrui di cui dar conto; non siamo servitori che devono mettersi da parte un posto con l’inganno. Abbiamo la libertà dei figli che possono scegliere da che parte andare e chi seguire. Abbiamo la libertà di scegliere come amministrare la ricchezza della nostra vita, che ha molto più valore di quella materiale.
Soprattutto, davanti alle svolte e ai cambiamenti che incontriamo, anche i più difficili, abbiamo la libertà di decidere se vivere tentando di rimanere fermi, trattenendo tutto com’è, o di rimetterci in marcia da protagonisti del nostro cammino.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quali situazioni sento di avere dei debiti e dei crediti verso la vita da cui devo farla franca?
Cosa cerco di bloccare, di trattenere, di far restare com’è?
In quale luogo della mia vita sento di dover riprendere a camminare nella libertà?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Settembre
2019
Dare o trattenere
commento di Lc 16,1-13, a cura di Rete Loyola (Bologna)