Ph. Matteo Suffritti SJ -
Il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso per sempre il bambino che ha dentro di sé.
Pablo Neruda
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 7,31-35)
In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”. È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».
Mi lascio ispirare
Il mistero del cuore chiuso è grande. Perché senza troppo rumore, spesso senza rendercene conto, il nostro cuore si può ritrovare ammalato, indurito. Come lo sporco che viene a confondersi col colore della carrozzeria e sul parabrezza. Come il calcare che si deposita leggero sui bicchieri del servizio buono. E spesso anche noi siamo più preoccupati della pulizia dell’auto, delle piastrelle e dei bicchieri, piuttosto che della trasparenza del nostro cuore.
Uno sguardo sapiente riconosce in fretta un cuore indurito. Un cuore sapiente osa provocare con amore il cuore chiuso, perché possa prendere consapevolezza della sua rigidità presente. Forse desidera altro?
Bambini che non vogliono più giocare: Gesù provoca anche la nostra generazione con quest’immagine potente. Bambini che resistono al giocare trovando adattissime e adultissime scuse per lamentarsi, ritenere la cosa inappropriata, impedendosi la possibilità di divertirsi, di incontrare, di crescere…
Incontrare il Signore della vita rivela le durezze e i blocchi che appesantiscono il cuore, ti aiuta a prenderne consapevolezza. Con affetto e con sicurezza Gesù ti invita a parlarne con lui. Fa tutto il possibile per non spaventarti. Si confonde tra noi peccatori. Non ha paura di essere insultato per questo. Figlio di un Padre che non giudica, che non allontana. Desidera essere tuo amico, mangiare e bere con te. Oggi accetterai di giocare la tua vita anche con lui?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Che paure, che ferite, che parole hanno avuto il potere di spegnere la voglia di giocare nel bambino che è in te?
Qual è la situazione del mio cuore oggi?
Che sapore, che conseguenze provoca in me l’incontro con il Signore oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Settembre
2019
Nessun incontro è senza conseguenze
commento di Lc 7,31-35, a cura di Matteo Suffritti SJ