- Jar of hearts, Abdul Rahman on Flickr
Un uomo non vale mai per quanto possiede, o per il colore della sua pelle, ma per la qualità dei suoi sentimenti.
Martin Luther King
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 14,25-33)
In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro: «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo. Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace. Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».
Mi lascio ispirare
Sono timido, Signore, ma in te confido. Troppo a lungo ho cercato di accomodare il tuo volere, di aggirare le difficoltà per amare a costo zero. Con il fratello e la sorella ho imboccato la via della sicurezza, verso te che sei quiete, verso te che sei speranza.
Ho cercato il tuo volto, tu che sei bellezza, e ho incontrato la tua bontà. Nella folla tu ti sei fermato a guardarmi e ad amarmi e io ho gustato la tua infinita dolcezza. Sono qui davanti a te, tu che sei letizia, e ti chiedo di riempirmi del tuo amore, di donarmi la tua sapienza.
Metto nelle tue mani i miei pensieri, tu che sei pazienza, a te affido le mie fatiche, tu che sei rifugio; non voglio più nascondermi tra la folla, allora tu mi chiami per nome e mi inviti a seguirti, tu che sei fortezza.
Io non ho nulla, non ho alcun mezzo per raggiungere la tua gloria, sono povero e tu mi mostri la vita eterna; sono debole e tu mi porgi la croce.
Allora i miei affetti, impregnati della tua carità, acquistano più valore e le mie fatiche, con il tuo amore, mi spingono ad amare fino in fondo. Così intravedo la libertà, il tuo spirito buono che mi guida in terra piana. Conducimi su questa via, insegnami il tuo volere, tu che compi meraviglie, perché voglio solamente te lodare, riverire e servire.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali sono gli ostacoli che incontro nell’amare fino in fondo?
In che ambito della mia vita trovo la croce che Gesù mi porge?
In quali scelte importanti della mia vita sono pronto a mettere veramente tutto in gioco?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
8
Settembre
2019
Amare senza riserve
commento di Lc 14,25-33, a cura di Marco Ruggiero