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Fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXVI
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 4,38-44)
In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva. Al calar del sole, tutti quelli che avevano infermi affetti da varie malattie li condussero a lui. Ed egli, imponendo su ciascuno le mani, li guariva. Da molti uscivano anche demòni, gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli li minacciava e non li lasciava parlare, perché sapevano che era lui il Cristo. Sul far del giorno uscì e si recò in un luogo deserto. Ma le folle lo cercavano, lo raggiunsero e tentarono di trattenerlo perché non se ne andasse via. Egli però disse loro: «È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio anche alle altre città; per questo sono stato mandato». E andava predicando nelle sinagoghe della Giudea.
Mi lascio ispirare
Era giorno, si fece sera e poi ancora mattina: l’arco temporale delle vicende è specchio di cosa avviene nel cuore di chi ha incontrato Dio, si è lasciato da Lui amare e guarire, e dunque può agire di conseguenza.
Anticipo e sunto di ciò è la suocera febbricitante di Pietro. Su essa Gesù si china e comanda al male di allontanarsi.
Dio assume le vesti del servo, chinandosi su di noi, ma proprio per questo è Signore della vita: co-mandando, agendo assieme a noi, si fa vicino e dispone la nostra libertà.
La reazione della malata all’incontro di guarigione è repentina: non è più malata, subito si alza in piedi e serve, assume cioè egli stessa il comportamento di chi l’ha toccata.
Il cammino del credente si fa dunque palese nella grande libertà con cui, uscito dal luogo dell’incontro, dal tempo di grazia si scopre capace di ridonare la pace e la guarigione che ha ricevuto.
Ci sono però delle tentazioni sottili: il male fa di tutto per arrestare il bene, cercando di trattenere il credente nel “dovere” gravoso di essere unico e insostituibile. Gesù lotta con queste voci mettendole a tacere e cercando di tornare a quell’incontro di pace, a quella relazione con il Padre che dona vita.
L’unico modo per essere liberi dal male è continuare a camminare in quella relazione gratuita che libera e guarisce, consapevoli che lì dove siamo già stati resta comunque la grazia e dove andremo si compie la speranza.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando la bellezza e il silenzio hanno sollevato, guarito il mio spirito?
Cosa ho fatto di conseguenza in quell’occasione?
In quale situazione sento di essere bloccato e quindi posso affidare alla grazia di Dio?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
4
Settembre
2019
Libero che libera
commento di Lc 4,38-44, a cura di Mounira Abdelhamid Serra