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L’altare è più grande dell’offerta
Timothy Radcliffe
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 23,23-26)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’anéto e sul cumìno, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».
Mi lascio ispirare
I comandamenti che Dio ha lasciato al suo popolo tramite sono chiari: la decima parte di tutti i prodotti del suolo e dell’allevamento degli animali vanno offerti al Signore. Per mezzo di questo comando il popolo ebraico esprime concretamente la gratitudine verso tutti i doni ricevuti. Quale problema sta sollevando allora Gesù?
Il fatto è che la gratitudine sincera è scomparsa, le offerte sono fatte per calcolo, perché se si vuole ricevere qualcosa bisogna pagare: il perdono dei peccati, il compimento di una preghiera, qualsiasi cosa. E non è casuale che si parli della decima sulla menta, sull’aneto e sul cumino: sono erbe comuni, che nascono senza nessun tipo di cura. Ma, nell’ottica “dell’acquisto” di ciò che desideriamo da un dio che vediamo come un commerciante, il prezzo della “merce” deve essere pagato fino all’ultimo centesimo. Esattamente come quando vado a fare la spesa…
Un Dio così ci dà tranquillità. In fondo, una volta che sono stato a messa la domenica e ho detto il mio rosario, ho la coscienza a posto: ho pagato la mia tassa a Dio. Poco importa se poi non c’è rapporto personale con il Padre o se questa preghiera non tocca il mio stile di vita.
Quello che rischia di sfuggirci è che una vita di fede così è una vita noiosa. Finché vivremo la nostra relazione con Dio come quella che abbiamo con il cassiere del supermercato, non ci lasceremo mai stupire. La vera fregatura è che dal nostro dio commerciante non ci aspetteremo altro che quello che gli chiediamo – e ci arrabbiamo quando non lo otteniamo.
Dio, invece, vuole aprire ad una vita in cui aspettarsi più di quello che si chiede, una vita più grande di quella che programmiamo!
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quando Dio mi ha sorpreso dandomi più del previsto?
In che occasione ho rischiato di credere in un dio commerciante?
Che tipo di relazione ho col Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
27
Agosto
2019
Di più del previsto!
commento di Mt 23,23-26, a cura di Leonardo Vezzani SJ