Ph. Verena M. -
C’era una volta... – un re! Diranno subito i miei piccoli lettori.
No ragazzi, avete sbagliato: c’era una volta un pezzo di legno.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 22,1-14)
In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».
Mi lascio ispirare
Un re che prepara le nozze del figlio: oggi sembra di trovarsi davanti all’inizio di una fiaba.
Ma invece che principi e fate, al centro della scena ci sono gli invitati e le loro scelte: chiamati a partecipare alla festa, c’è chi non accetta perché preso dai propri impegni; chi addirittura insulta e uccide chi gli porta l’invito; chi si ritrova chiamato apparentemente per caso e chi si presenta senza nemmeno cambiarsi vestito.
Davanti alla vita che chiama, anche noi rischiamo a volte di rifiutare l’invito perché troppo impegnati a sopravvivere, troppo indaffarati a tirare avanti, senza capire bene la direzione e senza sentire che nonostante tutte le fatiche in cui ci sentiamo immersi per noi ci può essere una festa. Oppure ci sentiamo chiamati a partecipare tardi, quando forse non ce lo aspettavamo: e possiamo allora decidere se prendere parte pienamente alla gioia, o se farlo solo in parte, portandoci dietro la polvere e le preoccupazioni di una quotidianità che ci impantana e da cui non vogliamo liberarci.
In qualunque caso, qualunque siano le nostre risposte, in qualunque difficoltà, stanchezza, lutto o fatica ci troviamo, il regno dei cieli continua a essere simile a una sala imbandita da un re che ci invita a prendere parte alle nozze. La festa è pronta, andiamo?
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale situazione stai rifiutando l’invito alle nozze?
In quale luogo della tua vita non stai entrando con il vestito della festa, quali preoccupazioni o fatiche vuoi affidare al Signore?
Quando hai sentito di non essere invitato alla festa?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
22
Agosto
2019
La vita chiama la vita
commento di Mt 22,1-14, a cura di Rete Loyola (Bologna)