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Vi fu un tempo in cui facevi domande perché cercavi risposte, ed eri felice quando le ottenevi. Torna bambino: chiedi ancora.
C.S. Lewis
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 18,1-5.10.12-14)
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli. Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda».
Mi lascio ispirare
Quel che ci viene proposto oggi sembra quasi andare controsenso rispetto a quello che la società chiede: ottenere il massimo, ambire a grandi risultati, prevalere sull’altro.
Il Signore invece ci richiama alla conversione, ad un vero e proprio cambio di direzione: diventare piccoli come i bambini.
Lui sceglie, si rivela e chiama i piccoli. Ci ricorda che siamo sempre figli: anche quando diventiamo adulti o anziani, quando diventiamo genitori e abbiamo grandi responsabilità, alla base di tutto questo rimane sempre l’identità di figlio. Tutti siamo dei figli amati. E questo ci riporta a pensare che la vita non ce la siamo costruita da soli: l’abbiamo ricevuta in dono.
Molto spesso rischiamo di vivere dimenticandoci di questo, come se fossimo padroni della nostra esistenza; ci sentiamo appagati solo nel momento in cui il nostro ego cresce a dismisura. Ecco, allora, che diventa importante la presenza dei bambini nella nostra vita, perché ci richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono.
E tutti siamo bisognosi di aiuto, d’amore e di perdono, basta solo porgere la mano al Buon pastore che vuole “che neanche uno di questi piccoli si perda”.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale occasione sentendomi indipendente mi sono allontanato dalla via del Signore?
Quando un amore incondizionato mi ha ricordato la mia identità di figlio amato?
In che luogo della mia vita chiedo al Signore di farmi piccolo come un bambino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
13
Agosto
2019
Piccoli come figli amati
commento di Mt 18,1-5.10.12-14, a cura di Domenico Pugliese