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Chi crede sa che esiste Uno il cui sguardo non è limitato da nessun orizzonte. Uno che tutto abbraccia e tutto compenetra.
Edith Stein
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 17,22-27)
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Mi lascio ispirare
Oggi in prima battuta ci viene raccontato dell’annuncio della passione che Gesù fa ai discepoli. Poi veniamo posti davanti all’arrivo a Cafarnao, dove i funzionari del tempio apostrofano Pietro in modo evidentemente polemico, chiedendo se Gesù non paghi la tassa dovuta. Gesù non si scompone molto ed invita Simone ad andare a prendere la moneta in bocca al pesce e pagare la tassa come tutti gli Ebrei.
Sembra un accostamento un po’ bizzarro, non è immediato trovare collegamento tra le due sezioni. Anche la conclusione, con questo pesce pescato, è peculiare.
Vi è un un’evidente antitesi tra la prima scena, intima, fra il Signore e i discepoli, dove viene mostrato un Dio che si dona totalmente per Amore, e la seconda, dove emerge l’immagine di una religione che nutre i propri interessi e alimenta un’immagine di un Dio che riscuote le tasse, quasi che, per ingraziarsi la benevolenza divina, bisogni pagare.
Ma proprio la situazione paradossale fa scaturire una riflessione: i figli di Dio sono davvero liberi, davvero figli che hanno ricevuto in dono tutto e non devono nulla. Allo stesso tempo Gesù rispetta quello che le persone possono comprendere, evita polemiche e paga la tassa; paga servendosi, tuttavia, di una moneta presa dalla bocca di un pesce, a mostrare quanto Dio sia provvidente coi suoi figli.
Dio ci vuole liberi e non schiavi, così liberi da poterci permettere anche di accogliere le non libertà altrui – come fa Gesù coi funzionari. Così noi possiamo accogliere con questa apertura chiunque ci sembri distante e ostile, proprio come con pazienza veniamo accolti dal Signore con le durezze dei nostri cuori e le nostre incomprensioni.
Ed ecco il collegamento con l’annunzio della Passione: questo è veramente il volto del Signore che si dona totalmente nella croce per tutta l’umanità, anche quella che non lo capisce o non lo accoglie.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è la mia immagine di Dio?
In quali occasioni sono stato tentato di sentirmi superiore perché cristiano?
In quali luoghi della mia vita sono chiamato a cercare dialogo e comprensione con chi è distante dalla fede?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Agosto
2019
Liberi di accogliere
commento di Mt 17,22-27, a cura di Daniele Ferron