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Essere soddisfatti di sé significa essere vili e ignoranti. Meglio aspirare a qualcosa che essere ciecamente, impotentemente felici.
Edwin Abbott, Flatlandia
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 25,1-13)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Mi lascio ispirare
Gesù è un narratore formidabile: sa parlare dritto al cuore del suo popolo con le immagini più forti, volta per volta capaci di mostrare ciò che più gli preme in quel momento. Se altre volte intendeva raccontarci la misericordia senza condizioni del Padre, qui vuole inquietarci, metterci in guardia dalla tendenza a sentirci a posto con le nostre misere sicurezze.
È vero che «Nella vita spirituale chi non avanza retrocede»? Non lo so, ma di sicuro spesso (specie d’estate!) viviamo un presente bloccato, tutto orientato al futuro: «l’anno che viene comincio…; quando avrò quel lavoro sì che farò del bene; quando sarò lì sì che riuscirò a pregare; quando avrò risolto questo problema sì che sarò a posto…». Il Signore ci ricorda che il tempo della nostra felicità è oggi, non domani.
Del resto, è impossibile vivere sempre con la stessa energia ed entusiasmo, anche se il Signore abita in noi e ci attira a sé. L’amore che ci lega a Lui non è diverso da quelli umani: non rimane sempre un innamoramento, ma si approfondisce, inizia a nutrirsi di abitudini e di un’intesa maturata col tempo, spesso si lascia percepire più come una goccia d’acqua fresca che come un incendio del cuore.
E, se pensiamo all’imperativo «Vegliate», c’è da dire che neppure le vergini sagge l’hanno fatto: per quanto forte poteva essere il desiderio delle nozze, le une e le altre hanno trascorso dormendo il lungo tempo della notte. Allora forse l’olio rappresenta le scorte d’amore della nostra vita, i momenti dedicati alle relazioni, a volte difficili da difendere. Tutti quei luoghi concreti di incontro col Padre, la comunità e i fratelli che, intessendo la nostra quotidianità, ci permettono di dar luce nei momenti di buio.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In quale luogo della mia vita vado ad attingere l’olio dell’amore?
In quale occasione ho rischiato che la fiamma della mia lampada si spegnesse?
Quale bellezza sto aspettando, insieme al Signore?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
9
Agosto
2019
(Non) Ci penso domani!
commento di Mt 25,1-13, a cura di Samuele Adorno