Photo by Victor Freitas from Pexels -
E anche tu, amico dell’ultimo minuto che non avrai saputo quel che facevi. Sì, anche per te voglio questo “grazie”, e questo “ad-Dio”, nel cui volto ti contemplo. E che ci sia dato di ritrovarci, ladroni beati, in Paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due.
Christian de Sergé, priore dei monaci trappisti di Tibhirine
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 10,16-23)
Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai loro tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti ai governatori e ai re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. E quando vi consegneranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come o di che cosa dovrete dire, perché vi sarà suggerito in quel momento ciò che dovrete dire: non siete infatti voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello darà a morte il fratello e il padre il figlio, e i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. E sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi persevererà sino alla fine sarà salvato. Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; in verità vi dico: non avrete finito di percorrere le città di Israele, prima che venga il Figlio dell’uomo.
Mi lascio ispirare
Parole dure, quelle di Gesù, e persino misteriose. Com’è possibile che un annuncio di salvezza come quello del Vangelo porti a processi nei tribunali, discordie fino ad arrivare a fratelli che si danno a morte? Eppure ciò che dice qui Gesù è molto vero e onesto. Il Signore è stato franco fin da subito con chi lo vuole seguire. E la storia, passata ed attuale, conferma: molte persone sono morte coraggiosamente per dare testimonianza del Vangelo.
Chi sceglie radicalmente di seguire il Signore nella vita, non accetta compromessi ed è portatore di una Verità che mette in crisi, che mette a nudo, arrivando al cuore. Qualcuno, magari con fatica, tenta ogni giorno di accogliere questa Verità, cercando di ascoltare la parola del Signore, con i suoi limiti e le sue povertà. Altri non accolgono questo essere messi in crisi – e questo non significa che chi accoglie il Signore nella sua vita è migliore di altri, assolutamente no: tutti siamo peccatori bisognosi del perdono di Dio.
Questa è appunto quella Verità da accogliere: riconoscersi peccatori, limitati, fragili, incapaci di salvarci da soli ma incontrati da un Amore grande che ci salva. A noi sta solo accogliere questo amore e questo perdono, e questo ci rende cristiani, nulla di più.
Chi non accoglie il Vangelo rimane chiuso nella logica del mondo, e non può che giudicare e condannare, non perché sia cattivo, ma perché non ha conosciuto quel perdono, e, non avendone fatta esperienza, non ha la possibilità di guardare con quegli occhi d’Amore.
Compito grande dei cristiani quindi non è cambiare o salvare il mondo, l’ha già salvato Gesù, ma è dare testimonianza di questa Verità: siamo peccatori perdonati, anche a costo della vita, perché la Vita ricevuta dal Signore non ha prezzo.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
In che occasione, in preghiera, mi sono sentito provocato dalla parola di Dio?
In che luogo chiedo al Signore il coraggio di testimoniarlo?
Per quale testimone di fede voglio ringraziare oggi?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
12
Luglio
2019
Accogliere la Verità
commento di Mt 10,16-23, a cura di Daniele Ferron