Segui pure la tua ampia strada!
Le stelle che incontri
sono pari a Te – perché
cosa sono le stelle, se non asterischi
a indicare una vita umana?
Emily Dickinson
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Lc 10,1-12,17-20)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città». I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Mi lascio ispirare
È così che Dio dona senso e significato alla vita dell’essere umano.
Fatti anzitutto per pregare, per chiedere a Dio ciò che serve sapendo che il frutto è stato già preparato;
fatti per andare, senza pesi e condizioni, liberi verso il compimento e già messi in guardia dai miraggi;
fatti per bene-dire riconciliando, consolando e dando pace; fatti per stare insieme e per ricevere nutrimento e doni, senza sensi di colpa nè di debito, ma con cuore grato: guariti per guarire.
Il fine, alla fine, è tutto questo.
Tutto questo è il regno che avviene dentro ogni cuore e che è vicino nella misura in cui ci facciamo vicini.
È stato dato all’essere umano il potere di andare oltre il fascino delle stelle cadenti, perché il desiderio di Dio siamo noi e ognuno è una stella che brilla di luce propria, nella misura in cui non cede dinanzi all’oscurità del rifiuto e della desolazione.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Quali miraggi e quali bisacce mi impediscono di levare lo sguardo alla prosecuzione della mia strada?
Quando ho dimenticato di chiedere ciò che serve per cogliere i frutti?
Con quale stato d’animo, ricevo le piccole cose che nutrono il mio cammino?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
7
Luglio
2019
Siamo polvere di stelle
commento di Lc 10,1-12,17-20, a cura di Mounira Abdelhamid Serra