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Per favore, siate valorosi! Vi dirò una cosa. Non la dimenticate. Pregate, pregate molto! La preghiera ci fornisce la nostra propria misura.
Pedro Arrupe SJ
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».
Mi lascio ispirare
Durante il suo ministero, Gesù insegna a pregare pregando, facendosi trovare in atteggiamento di preghiera, ritirandosi su un monte, appartandosi nella notte, esclamando a voce alta e invocando il Padre. Solo in questa occasione dà indicazioni esplicite per la preghiera, insegna anche a parole.
È un insegnamento misurato, che affonda le sue radici nella vita vissuta di ogni giorno, nelle semplici richieste che chiede di fare. E, se possibile, più ancora di ciò che viene espresso dalla preghiera stessa, preghiera per eccellenza del cristiano, porta luce nuova quel “non sprecate parole”: Gesù rimanda a una dimensione diversa della preghiera, quella fatta dallo sguardo e dall’abbraccio. Dio è d’altronde come il padre misericordioso: di fronte al figliol prodigo, , il padre interrompe il profluvio di parole imparate a memoria come una preghiera qualunque fatta per ottenere una grazia qualsiasi e si lancia in un abbraccio caldo e benedicente.
Anche quando siamo costretti a usare le parole per rivolgerci a Dio, lasciamoci abbracciare da Lui piuttosto che dalle nostre stesse parole, e in silenzio godiamo della sua stretta paterna/materna. La preghiera è questo caldo abbraccio, e così quando diciamo “Padre nostro” non facciamo altro che lanciarci fra le sue braccia.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cos’è per me la preghiera?
Quale e quanto spazio dedico all’incontro con Dio?
In che modo rendo il silenzio, parte della mia preghiera? In che occasioni mi pongo in ascolto?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
20
Giugno
2019
Non sprecate parole!
commento di Mt 6,7-15, a cura di Michele Papaluca SJ