ph. Matteo Suffritti SJ -
L’amore non è “vissero per sempre felici e contenti”. L'amore è “e vissero per sempre”. È questa la novità della mia teoria. Nuova.
Massimo Troisi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».
Mi lascio ispirare
Ciascuno di noi ha una qualche teoria sull’amore. Ipotesi modellate al fuoco della passione, affinate da delusioni o ferite. Teorie spesso imbastite su confronti con qualche categoria particolare o con qualche “campione”. In special modo quando si parla d’amore abbiamo bisogno di modelli, di confronti, d’ispirazione. Anche Gesù ha una sua teoria sull’amore e non ha paura di condividerla con i suoi amici.
Le immagini che usa Gesù non sono immediatamente psicologiche, non descrivono tanto le relazioni umane. Gesù guarda più ampio, contempla il libro della natura che avvolge tutti gli altri libri e tutti i loro interpreti.
Dal carro del sole la luce scende generosa su tutti, buoni e cattivi. Le acque che sono sopra i cieli piovono la loro benedizione sulla terra dei giusti e sul campo degli ingiusti. L’amore è una faccenda che scende abbondante e gratuita su tutti, indipendentemente dalle nostre fissazioni sui meriti, indipendentemente dai nostri ideali di perfezione… L’amore che ci invita a contemplare Gesù è una cascata che viene dall’alto e che investe tutto ciò che incontra. Che bella notizia!
Forse si tratta di non scansare la corrente, di non diventare duri e impermeabili come la pietra. Forse si tratta di lasciarsi bagnare, di lasciarsi portare dalla forza di questa corrente. Gesù riconosce che la sorgente dell’amore è il Padre nostro che è nei cieli. Dal calesse dell’amore del Padre cadono doni per tutti. Doni che ci fanno più simili che diversi. Sono i doni del Padre a farci fratelli e sorelle. Sul calesse dell’amore del Padre c’è posto per tutti. Per tutti: anche per quelli che fanno del male; anche per quelli che percepisco come nemici.
Sono invitato a entrare in questa dinamica perfettamente gratuita. Straordinariamente celeste.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Cos’ho capito dell’amore? Quali sono i miei modelli e i miei confronti?
Cosa penso della perfezione di Dio? È in qualche rapporto con la sua ostinata gratuità nell’amore?
Cosa farò oggi, quando passerà davanti a me il calesse del Padre? Salgo o mi volto dall’altra parte?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
18
Giugno
2019
Pensavo fosse amore… invece era un calesse
commento di Mt 5,43-48, a cura di Matteo Suffritti SJ