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Occhio per occhio rende tutti ciechi.
Gandi
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,38-42)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle».
Mi lascio ispirare
Perché rinunciare a quella piccola soddisfazione che si prova a ripagare il male subito?
L’abbiamo provata nei litigi da bambini, in piccoli dispetti tra colleghi, o nelle parole bisbigliate dietro le spalle. Ci ha fatto sentire forti, orgogliosi, capaci di difenderci. Quello che chiede Gesù, sulla montagna, fatica a convincerci.
Per una buona ragione, potremmo mettere a tacere la spinta a restituire il torto, ma a un patto: che nessuno ci abbia visto. Perché se altri sanno che noi non abbiamo reagito al male, rideranno di noi, ci prenderanno per sciocchi, dei deboli: saremmo dei poveretti di cui tutti possono approfittare. Perderemmo l’onore. Porgere l’altra guancia è un insegnamento strano, ci sembra faccia di noi delle persone docili, ma anche troppo, in fondo indifferenti rispetto al male e alla giustizia.
Eppure, tu o Signore, ci chiedi veramente di non reagire, di restare impietriti quando qualcuno ci ferisce? Al contrario ci chiedi di reagire, e molto, di fare due miglia, e non uno, di dare anche quello che l’altro non si è preso. È follia?
Sarà questa follia, questo eccesso di bontà a rivelare il male per quello che è?
Quello che millenni di guerre e di vendette non hanno cambiato, appare ora, nella sua brutalità. Cavare un occhio a un altro è un gesto troppo basso per ciascuno di noi, per quanto grande possa essere il male subito. Aprire gli occhi, far vedere che non è lecito in nessun modo ferire un proprio fratello è un comportamento che richiede un grande coraggio: il coraggio di intraprendere una strada nuova, dove decidiamo di volere bene sempre, costi quello che costi.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Come reagisci al male?
Come ti sei sentito quando ti è capitato di rispondere al torto con un altro torto?
Quando consideri il bene di un’altra persona più importante del tuo "onore"?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
17
Giugno
2019
Restituire
commento di Mt 5,38-42, a cura di Stefano Corticelli SJ