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Un ammasso di roccia cessa di essere un mucchio di roccia nel momento in cui un solo uomo la contempla immaginandola, al suo interno, come una cattedrale.
Antoine de Saint-Exupéry
Mi preparo
Chiudo gli occhi,
mi concentro sul momento presente,
libero la mente da preoccupazioni e pensieri,
esprimo interiormente il mio desiderio di stare alla presenza del Signore
Entro nel testo (Mt 5,27-32)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio».
Mi lascio ispirare
Di solito, sottovalutiamo il potere dell’immaginazione. Siamo inclini a pensare che non sia poi tanto reale. Forse, poiché non visibile dall’esterno, finiamo per ritenere che non abbia nessuna connessione con il mondo esteriore. E diventa un angolino recondito della nostra mente dove possiamo lasciar sfogare indisturbato il nostro mondo emotivo-emozionale. Quante volte capita di usare l’immaginazione per lasciar sfogare la nostra rabbia, la nostra frustrazione, la nostra tristezza! Costruiamo fotogramma dopo fotogramma il nostro film interiore per permettere all’emozione di diventare sempre più forte. Finché, a un certo punto, diventa così incontenibile che sentiamo l’urgenza di agirla nel contesto in cui ci troviamo.
Effettivamente, l’immaginazione, fatta di percezioni sensoriali interiori nutrite da stimoli esterni, è il luogo dove pensieri e sentimenti si fondono insieme per dare vita all’azione. È il modo in cui continuamente forgiamo la nostra mappa interiore della realtà esterna contaminandola con il nostro vissuto interiore. Come se gli stimoli esterni – che comunemente definiamo oggettivi – prima di essere assimilati dentro di noi, venissero colorati con le emozioni che stiamo provando. L’immagine interiore che ne deriva, anticipa, come fosse una prova generale su un palcoscenico, il nostro atteggiamento che poi mettiamo in atto concretamente per rispondere alla situazione.
Se è vero che l’immaginazione è un movimento spontaneo della nostra mente, a cui non possiamo sottrarci, rimane pur vero che la sceneggiatura siamo noi a deciderla. Così, come la mano o l’occhio che creano scandalo è meglio che vengano gettati via, lo stesso vale per quei pensieri che compongono una sceneggiatura orrenda, che genera sofferenza a me e agli altri. Possiamo scartarli in favore di altri. Esercitarsi a una immaginazione evangelica, significa allora imparare a costruire film interiori che non siano di genere horror, bensì commedie attraverso le quali poter sorridere con più leggerezza alla vita.
Immagino
Provo a visualizzare la scena, il luogo in cui avviene, i personaggi principali, le parole che si scambiano, il tono delle voci, i gesti. E lascio affiorare il mio sentire, senza censure, senza giudizi.
Rifletto sulle domande
Qual è l’emozione negativa con cui stai guardando la realtà oggi?
Quale film interiore stai costruendo nella tua mente?
Vuoi provare a modificare la trama di questo film per renderlo una commedia?
Ringrazio
Come un amico fa con un amico, parlo con il Signore su ciò che sto ricevendo da lui oggi...
Recito un "Padre nostro" per congedarmi e uscire dalla preghiera.
14
Giugno
2019
Immagina… puoi!
commento di Mt 5,27-32, a cura di Flavio Emanuele Bottaro SJ